La tassa sulla prima casa verrà davvero abolita come annunciato dal premier Matteo Renzi entro il 2016 oppure si tratta dell’ennesimo tentativo di un politico in difficoltà per recuperare consensi? È la domanda che si stanno ponendo milioni di italiani all’indomani delle dichiarazioni con cui il presidente del Consiglio ha annunciato di voler cancellare l’imposta che in dieci anni ha cambiato tre volte il nome (da Ici a Imu e, infine, a Tasi) ma è sempre rimasta al suo posto, continuando a prosciugare i portafogli dei cittadini, storicamente in maggioranza proprietari dell’immobile in cui abitano, per alimentare le casse delle amministrazioni pubbliche. Una domanda che Casavuoisapere “gira ai lettori”: sarà davvero la volta buona, dopo dieci anni di tormentone, oppure neanche Matteo Renzi avrà il “coraggio” di togliere ai Comuni italiani una delle prime fonti di reddito? Ai sostenitori del no, quelli convinti che si tratti dell’ennesimo bluff “perché cane non morde cane e perché sarebbe quantomeno un’anomalia in Italia che dei politici facessero la guerra a degli amministratori pubblici, togliendo loro risorse”, i fautori del sì rispondono con un’altra motivazione: “la stangata sulla prima casa è uno dei principali motivi per cui l’elettorato ha deciso di non dare più fiducia ad alcun politico, non andando al voto, e i politici non possono continuare a perdere consensi, a veder la gente fuggire dai seggi, perché senza elettori non ci sono neanche eletti…” . Ipotesi possibili. Una realtà indiscutibile è invece che quella della stangata sul mattone, ribadita, recentissimamente dai rappresentanti di Confedilizia che hanno denunciato come negli ultimi quattro anni le imposte locali sugli immobili si siano quasi triplicate, passando dai 9 miliardi di gettito Ici del 2009 ai circa 25 miliardi tra Imu e Tasi dello scorso anno. L’ennesimo colpo basso assestato da una classe politica incapace di governare ma abilissima nel “rapinare” i cittadini attraverso una tassa destinata a colpire quello che per decenni ha rappresentato per milioni di lavoratori il bene rifugio, il mattone? Sono sempre più italiani pensarlo, tartassati, da dieci anni, da un’imposta introdotta nella Finanziaria ‘lacrime e sangue’ di Giuliano Amato dell’11 luglio 1992 (allora si chiamava Isi, imposta straordinaria sugli immobili), diventata poi Ici diventò, eliminata da Silvio Berlusconi (che sul taglio della tassa sulla prima casa provò senza riuscirci per pochissimo a battere Prodi nel 2006) e infine trasformata in Imu con il “professor” Mario Monti, cacciato dalla cattedra dopo pochi mesi per aver dimostrato di non essere esattamente, almeno come premier, un grande insegnante. Ora l’ultima puntata, con la “promessa” fatta da Matteo Renzi all’Expo. Sarà mantenuta, confermando che l’ex sindaco di Firenze potrà essere l’uomo della svolta per l’Italia, o è solo un “remake” della carta giocata il 3 aprile 2006 da Silvio Berlusconi, che all’ultimo faccia a faccia televisivo tra i due candidati premier alle politiche 2006, il cavaliere, appunto, e Romano Prodi, consapevole che i sondaggi lo davano per sconfitto, all’ultimo minuto si era giocato a sorpresa l’asso, affermando: “Avete capito bene, aboliremo l’Ici sulle prime case”? I lettori di www.casavuoisapere cosa ne pensano?
Ogni proprietario di prima casa non vada più a votare nessun esponente politico di qualsiasi partito che non abbia cancellato questa tassa!!!!. Delegittimiamoli!!!
I politici le case le comprano o affittano a pochi euro, da amici… A loro interessa solo intascare un sacco di soldi, spremendo come limoni OPERAI e IMPIEGATI che ci hanno impiegato 3o anni a pagare i mutui facendo sacrifici e non andando in vacanza, per mantenere in vita un cadavere qual è la macchina politico amministrativa di questo Paese. Se non li costringiamo a cambiare siamo noi gli imbecilli. Loro i furbi (cialtroni, a volte delinquenti, ma indubbiamente furbi…)