La prima conferma è attesa per il 24 gennaio, con l’approvazione da parte della Commissione europea alla quale farebbe poi seguito il voto dell’Europarlamento entro il 13 marzo, e se dovesse arrivare potrebbe avere un effetto devastante su milioni di proprietari di case, con il rischio di veder moltiplicarsi i casi di “coccoloni” e infarti. Già perché se dovessero essere confermati i contenuti di una nuova direttiva significherebbe che la stragrande maggioranza di proprietari di casa italiani dovrebbero prepararsi a effettuare una ristrutturazione entro il 2030. Entro il primo giorno di quell’anno, infatti, la nuova manovra prevederebbe l’obbligo per tutti gli immobili residenziali di raggiungere almeno la classe energetica E, mentre a distanza di soli tre anni, e quindi entro iil 2033 la classe minima obbligatoria diventerebbe la D. Il che tradotto non significa solo ristrutturare, ma effettuare interventi di ristrutturazione a quattro o cinque zeri. Il tutto “condito” dalla previsione di eventuali sanzioni nei confronti di chi non dovesse adeguarsi a questi obblighi che l’Europa unita lascerebbe stabilire ai governi dei vari Stati membri. Un autentico terremoto se si considera che in Italia oltre il 60 per cento delle abitazioni è classificata G ed F, ovvero le due classi energetiche più basse. Una notizia che rischia di avere ricadute imprevedibili anche sul mercato immobiliare se si pensa che, una volta che la direttiva fosse approvata, chiunque decidesse di acquistare un’abitazione che rientra in queste classi energetiche dovrebbe “calcolare” nella spesa anche l’obbligo di doverla ristrutturare. Unici edifici a “sfuggire” alla possibile manovra le seconde case abitate per meno di quattro mesi all’anno, alcuni immobili di interesse storico, le chiese e tutti gli altri edifici di culto.