Sono una sessantina i sindaci che hanno hanno portato Uniacque Spa, la società che gestisce il servizio idrico di gran parte dei Comuni della Bergamasca, davanti al Tar di Brescia richiedendo l’annullamento delle delibere provinciali con le quali si autorizzavano aumenti retroattivi delle tariffe dell’acqua. L’aumento del costo al metro cubo da 0,98 a 1,077 euro, con effetto retroattivo al gennaio 2013, non è tra l’altro l’unico previsto. “Gli aumenti non hanno una giustificazione oggettiva” ha detto Vincenzo Vecchio, presidente della sezione di Bergamo e Brescia di Appc, l’Associazione piccoli proprietari case, “avendo Uniacque Spa chiuso il 2013 con un notevole utile al lordo delle imposte. Siamo alle solite. Un ente para-pubblico, invece che operare sui costi di gestione e sulle tante inefficienze nella erogazione dei servizi, preferisce aumentare i costi della fornitura di un servizio che gestisce in regime di monopolio per la città di Bergamo e per la quasi totalità dei comuni della provincia.
È illegale anche chiedere al subentrante in un contratto di accollarsi il debito del precedente utente
E questa non è l’unica forzatura fatta da Uniacque Spa” ha proseguito Vecchio, “che già in passato avevamo denunciato per la presenza di clausole vessatorie nei contratti di fornitura dell’acqua. Uniacque, infatti, impone al subentrante in un contratto l’onere di accollarsi il debito del precedente utente moroso rifiutandosi di effettuare la fornitura, in aperta violazione di quanto previsto dalla legge, se il subentrante non paga il debito. In alternativa richiede il pagamento di un nuovo allaccio (nuovo scavo e interro di tubazione) con i costi e i tempi che la stessa Uniacque Spa determina in modo unilaterale. Una procedura che viola le più elementari norme di legge. Clausole vessatorie sono presenti anche nella parte riguardante la fornitura del servizio idrico in presenza di locazione.
E come non bastasse non c’è una polizza di copertura in caso di perdite incolpevoli…
Nel contratto, infatti, è previsto che il proprietario sia costretto ad assumere l’obbligo di pagare la bolletta di un inquilino inadempiente. Si tratta di una forma di fideiussione a tempo e valore illimitato e quindi certamente illegittima oltre che vessatoria”. Il presidente di Appc Bergamo e Brescia sottolinea, inoltre, la mancanza di una polizza di copertura in caso di perdite incolpevoli. “Se si verifica la rottura di una tubazione, l’utente si trova costretto a pagare bollette elevatissime senza poter fare nulla. In passato si sono verificati casi di bollette di oltre 200 mila euro. La nostra associazione chiede ai sindaci che sono serviti da Uniacque di coordinarsi con le nostre iniziative. Non basta protestare per le sole tariffe. Bisogna costringere Unacque a riesaminare tutta la modulistica contrattuale, unilateralmente predisposta, cancellando le clausole vessatorie e scorrette”.
Testo realizzato da Baskerville srl per www.casavuoisapere.it
Condivido pienamente il contenuto dell’intervista e mi auguro che i sindaci capiscano che i cittadini sono utenti, che come tali debbono pagare ciò che consumano, ma non sono affatto polli da spennare!!