La nuova frontiera della riqualificazione edilizia si chiama condominio. Ma non è solamente una questione di dimensioni: è una questione culturale e, soprattutto, economica. Culturale perché dietro alla riqualificazione dei condomini c’è un progetto molto più ampio, un progetto di rigenerazione urbana che mira alla sistemazione di interi quartieri. “È necessario far maturare questa fruttuosa stagione degli incentivi, incentivando anche la riqualificazione urbana e i programmi integrati: bisogna vincere la sfida della riqualificazione non tanto degli appartamenti, ma dei condomini o addirittura di interi quartieri” aveva detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, qualche mese fa. E poi c’è la quesitone economica, quella che più sta a cuore agli italiani. La volontà del titolare del dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti è quella di semplificare le pratiche sulla riqualificazione dei condomini e snellire gli iter burocratici per “dare una spinta immediata al settore delle costruzioni” e rendere possibili i bonus energetici “per le abitazioni di 20-30 milioni di italiani che oggi ne sono stati esclusi. Bisogna trovare un sistema più semplificato perché l’intero condominio possa fare lavori di ristrutturazione e i condomini possano cedere il credito fiscale”, ha detto un Graziano Delrio sempre più preoccupato dei danni che le pastoie amministrative creano all’utilizzo degli incentivi.