Se l’indice della domanda dei mutui e quello della reale erogazione dei mutui per l’acquisto di una casa sono dati in grado di raccontare lo stato di salute del mercato immobiliari, allora si può davvero guardare al futuro con sostenuto ottimismo. Perché i numeri, secondo un’indagine realizzata dal Gruppo Tecnocasa, parlano di incrementi che, negli ultimi due anni, toccano cifre notevolissime. L’analisi parte dal 2008, l’anno nel quale ha avuto inizio la crisi del mercato della casa. Rispetto all’anno precedente, sull’onda lunga dei mutui subprime e dell’aumento delle sofferenze sui finanziamenti erogati negli anni, si è assistito a una diminuazione della domanda del 4 per cento e dell’erogazione del 9 per cento. Ai più sprovveduti sembrava una semplice flessioni temporanea, ma i più avveduti hanno riconosciuto i segnali del pericolo. Negli anni successivi, nonostante un leggero aumento della domanda di finanziamento, le banche hanno chiuso i rubinetti con forza sempre maggiore. Nel 2012, probabilmente l’annus horribilis, i numeri sono stati spaventosi: la domanda è calata, rispetto al 2011, del 42 per cento, mentre l’erogazione è scesa del 46 per cento. Raramente l’immobile è stato così immobile. Dal 2012 al 2015, tuttavia, di acqua ne è passata sotto i ponti. Il 2013 ha fatto registrare ancora dati negativi, ma i numeri non sono stati così catastrofici. Poi è arrivato il 2014, l’anno della diminuzione dello spread e degli interventi della Banca centrale europea. La politica si è accorta dell’insostenibilità della situazione e ha finalmente iniziato a lavorare per sostenere il mercato. Tardi, probabilmente, ma con efficacia. Risultato: incremento della domanda dei mutui del 15 per cento e delle erogazioni del 13 per cento. Infine il 2015, l’anno che ha finalmente riportato un po’ di luce in fondo al tunnel. I tassi sui mutui sono arrivati ai minimi storici e hanno incentivato la domanda, cresciuta, nei primi nove mesi dell’anno, del 53 per cento rispetto all’anno precedente. Gli istituti di credito, dal canto loro, pur continuando a mantenere ben saldi i cordoni della borsa e a concedere fiducia con grande prudenza, hanno allentato la stretta creditizia e la concessione di finanziamenti (i dati raccolti vanno da gennaio a settembre del 2015) ha fatto registrare un +16 per cento. Ci sono tutti i segnali, insomma, per un 2016 ricco di soddisfazioni.