Poco meno di cinque miliardi di euro nel 2011, oltre 10 miliardi di euro nel 2014. Difficile se non impossibile immaginare che un’attività possa proseguire senza ostacoli o addirittura possa nascere quando è soffocata dal fisco, da tasse che nell’arco di quattro anni sono più che raddoppiate come confermano i dati elaborati dalla Cgia di Mestre. Dati che confermano “‘l’aumento spropositato’ della pressione sugli immobili strumentali”, come l’ha definito il coordinatore dell’associazione, Paolo Zabeo, denuncia come la tassazione su capannoni, uffici e negozi sia diventata insostenibile, con un gettito “passato dai 4,9 miliardi dell’Ici 2011 ai 10,2 miliardi di Imu e Tasi 2014. Riceviamo molte segnalazioni di imprenditori che hanno chiuso l’attività ma continuano a pagare tasse sui capannoni che non sono riusciti a vendere”, ha affermato Paolo Zabeo, ”del resto il mercato immobiliare è fermo ed è difficile trovare qualcuno interessato ad acquistare o anche ad affittare”. Presentando i risultati dell’indagine di Cgia Mestre in audizione alla Commissione di vigilanza sull’anagrafe tributaria, il coordinatore dell’associazione, ha anche affermato come, “guardando ai numeri con maggiore dettaglio, i rincari del gettito sugli immobili strumentali vadano dal +142 per cento degli uffici e degli studi privati tra il 2011 e il 2014 (fino a 1,3 miliardi) al +94 per cento degli immobili a uso produttivo (fino a 6,2 miliardi). Per i negozi e le botteghe l’aumento è stato del 137 per cento (fino a 1,9 miliardi), per i laboratori per le arti e i mestieri del 107 per cento (fino a 473 milioni) e per gli istituti di credito del 101 per cento (fino a 316 milioni).
La pressione fiscale sulle imprese ha raggiunto livelli incompatibili con lo sviluppo del Paese. La sua riduzione deve diventare una priorità assoluta dell’azione di Governo. È inconcepibile che in tre anni il prelievo Imu sugli immobili strumentali sia più che raddoppiato. Forse, qualcuno, in questo Paese, ha scambiato i capannoni degli artigiani per case di villeggiatura! Ci aspettiamo al più presto la piena attuazione della delega fiscale che contiene strumenti importanti per le imprese: semplificazione delle procedure, la tassazione sui ricavi solamente quando sono incassati, incentivi per gli utili che rimangono in azienda. Sono troppi gli ostacoli che le imprese devono superare: a un fisco ingiusto che pretende tutto e subito si aggiunge la difficoltà a riscuotere i crediti dalle pubbliche amministrazioni, dalle altre imprese, dai privati. Alle aziende che chiudono per debiti si affianca un nuovo esercito di aziende che muoiono per crediti! Servono strumenti, misure, politiche fiscali pensate per il nostro sistema, fatto di oltre quattro milioni di micro e piccole imprese che contribuiscono in modo decisivo, alla ricchezza del Paese, al suo benessere sociale. Una forza operosa, dinamica, vitale che garantisce occupazione a più di 11 milioni di persone. Occorre che il Governo faccia di più.