La crisi del settimo anno è costata carissima al settore immobiliare che dal 2007 al 2013 ha visto esattamente dimezzate le operazioni di compravendita. Il dato (semplicemente drammatico e che esige dal Governo un intervento immediato, senza possibilità di attendere neppure una piccola parte dei mille giorni chiesti dal presidente del consiglio Matteo Renzi), emerge da un un dossier realizzato dalla Rur, rete urbana delle rappresentanze, l’associazione voluta dal Censis per elaborare e sostenere proposte innovative per le trasformazioni della città e del territorio volte a migliorarne le qualità insediative. “Dopo aver conosciuto un decennio ruggente, quello compreso fra il 1997 e il 2007, scrivono i responsabili dell’associazione, nel settore residenziale si è passati dalle 807mila abitazioni compravendute nel 2007 alle 403mila del 2013. Si è così tornati al volume di scambi del 1984: un arretramento di trent’anni”.
Il settore immobiliare non può aspettare neanche uno dei mille giorni chiesti da Renzi
Dati da incubo che le previsioni per il 2014, anno per per il quale gli analisti stimano che le compravendite possano chiudere a quota 419mila, non servono certo ad attenuare così come non può rasserenare la previsione secondo la quale “la ripresa non è prevedibile possa avvenire prima della metà del 2015”. E a confermare che il Governo non ha più tempo a disposizione per intervenire, se davvero vuole salvare un settore storicamente trainante per il Paese, dove per decenni il mattone è stato considerato il principale bene rifugio, che il tempo delle belle parole è finito e che occorre passare ai fatti, ci sono i dati relativi al fatturato che dai 112 miliardi di euro del 2008, è caduto in picchiata andandosi a fermare a quota 68 miliardi del 2013.
Il fatturato è sceso dai 137 miliardi di euro del 2008 ai 79 del 2013
Praticamente come precipitare dal 44° piano di un grattacielo… E, come non bastasse, a mostrare in tutta la sua drammaticità le condizioni del settore immobiliare ecco i dati relativi agli altri segmenti del mercato non residenziale che, sempre secondo il rapporto del Censis, registrano dinamiche simili: tra il 2008 e il 2013 -50,9 per cento il fatturato nel settore uffici, -55,1% nel settore commerciale (negozi), -50,6 per cento nel il mercato dei capannoni industriali. Risultato finale: il fatturato del mercato immobiliare non residenziale è passato tra il 2008 e il 2013 da 25,4 miliardi di euro ad appena 12,1 miliardi, mentre il fatturato complessivo del settore immobiliare (residenziale e non residenziale) è diminuito dai 137,3 miliardi di euro del 2008 ai 79,6 miliardi del 2013, con una riduzione di 57,7 miliardi.
E intanto chi vuole comunque investire deve fare i conti con poca chiarezza e tantissima burocrazia
Un quadro devastante ma anche con aspetti paradossali, come ha denunciato Giuseppe Roma, direttore generale del Censis e segretario generale dell’associazione Rur, sottolineando come “in una fase di profonda crisi dell’economia immobiliare e dell’industria delle costruzioni, calino gli investimenti pubblici e privati, i primi a causa dei tagli al bilancio statale, i secondi per ragioni di mercato e di credito”, e come “laddove gli investitori fossero interessati a trasformare immobili esistenti, valorizzare il patrimonio demaniale, riqualificare ambiti urbani o realizzare nuove strutture, la barriera più difficile da superare è l’atteggiamento inquisitorio delle autorità pubbliche, la non chiarezza delle regole del gioco, i continui aggiustamenti richiesti da una pletora di soggetti, detentori di piccoli o grandi poteri autorizzativi”.
Testo realizzato da Baskerville srl per www.casavuoisapere.it
Il crollo del settore immobiliare rappresenta anche il fallimento delle associazioni di categoria: evidentemente le associazioni che rappresentano il mondo immobiliare non hanno avuto la forza e la capacità di mettere un governo di incapaci, abilissimi solo nel tassare il mattone a più non posso, nelle condizioni di agire diversamente, di non uccidere un mondo nel quale milioni di famiglie per decenni hanno creduto, nel quale hanno investito spesso tutti i loro risparmi….