Esiste una vera “community” del settore immobiliare, che voglia nei fatti, al di là delle intenzioni o del pregevolissimo personale tentativo di qualche manager o imprenditore, giocare una partita reale per la trasformazione del Paese, generando credibilità e autorevolezza? Se a farsi una simile domanda è un signore che si chiama Antonio Intiglietta e che per anni ha presieduto Ge.Fi, Gestione Fiere Spa, organizzando uno dei più importanti eventi del settore immobiliare, l’Eire, ovvero l’Expo Italia Real Estate ospitato alla Fiera di Milano, è preoccupante. Ma ancor più preoccupante, anzi drammaticamente allarmante per il mondo immobiliare (e soprattutto per tutti quei suoi componenti che non hanno mai saputo capire e fare il gioco di squadra, gestendo ognuno il proprio orticello senza mai avere la lungimiranza di guardare oltre il recinto,) è la risposta che Antonio Intiglietta si è dato: faccio molta fatica a individuarla. Il che, tradotto, significa un no.
Quando l’economia tirava c’erano grandi immobiliaristi, la crisi li ha fatti piccoli piccoli
E se a tutto questo si aggiunge il fatto che domanda e risposta sono inserite nel comunicato con il quale il presidente di Ge.Fi annuncia “l’annullamento della manifestazione Eire – Expo Italia Real Estate 2015”, ecco che il quadro che mostra la realtà del settore immobiliare italiano si fa nerissimo. Con tanti, troppi responsabili del settore capaci per decenni, in passato, in tempi in cui l’economia tirava, di aprire cantieri e far alzare edifici e incapaci, negli ultimi sette anni, travolti da una crisi difficilissima, di impedire che i cantieri chiudessero, che mattone crollasse, che il mercato si abbassasse ai livelli impensabili. Ecco il testo integrale della comunicazione inviata da Antonio Intiglietta a centinaia di operatori del settore. “In questi 10 anni di Eire abbiamo lavorato con grande impegno e serietà per fornire a tutto il sistema del Real Estate italiano una piattaforma di incontro per conoscersi, conoscere e confrontarsi.
Che fatica, per anni, far incontrare imprenditori, pubblica amministrazione, finanza…
Non senza fatica abbiamo cercato di coinvolgere soggetti imprenditoriali, manager, la pubblica amministrazione e il sistema finanziario del Paese. Abbiamo, infatti, ritenuto che fosse indispensabile realizzare un luogo di incontro che, in qualche modo, potesse far emergere le esigenze del settore e contribuisse a indicare una prospettiva. In quest’ottica, Eire ha tentato di aiutare il settore a rappresentarsi nei confronti della opinione pubblica e del Governo. Nell’ambito della rassegna, abbiamo anche lavorato per coinvolgere operatori e investitori internazionali, con l’obiettivo di centrare l’interesse sul nostro grande Paese. In effetti, in tanti hanno accolto il nostro invito allo scopo di approfondire le grandi opportunità illustrate nel corso della kermesse. Con umiltà ma, allo stesso tempo, con certezza possiamo, in tal senso, affermare che il tentativo messo in campo da Eire s’è rivelato positivo, poiché ha posto alla ribalta della comunità internazionale del Real Estate fatti, giudizi, esperienze e modelli. Sin dall’inizio, e in particolare in questi ultimi anni, continuiamo a interrogarci sul futuro del settore e dell’evento. Nonostante la significativa perdita economica che nelle edizioni più recenti ha comportato l’organizzazione della manifestazione, abbiamo sostenuto grandi investimenti per garantire un appuntamento adeguato alle sfide del settore. Da imprenditore sono, infatti, convinto che non sia il guadagno la ragione prima di una attività ma occorre che ciò che si fa e le energie che si spendono abbiano un senso, una prospettiva. Occorre che siano utili a un “soggetto”, a un comparto e che questa utilità sia riconosciuta.
Il sistema immobiliare è strategico per il nostro Paese ma ha una prospettiva?
Devo dire, con grande sincerità e dopo una lunga riflessione, che faccio fatica ad identificare una vera “community” del settore, che voglia nei fatti – al di là delle intenzioni o del pregevolissimo personale tentativo di qualche manager o imprenditore – giocare una partita reale per la trasformazione del Paese, generando credibilità e autorevolezza. Ringraziamo di cuore tutti coloro che hanno voluto investire nell’evento, soprattutto negli ultimi anni, ma la quantità dei soggetti disposti a giocare un ruolo da protagonisti non costituisce, al momento, una “massa critica” sufficiente alla realizzazione dell’evento stesso. Per queste ragioni, riteniamo che non vi siano più le condizioni per il suo ripetersi. Come ho già avuto modo di sostenere appena terminata la scorsa edizione, la vita è una e va spesa bene, dandole un senso. Le auguriamo buon lavoro auspicando che l’intero sistema immobiliare, strategico per il nostro Paese, voglia e possa trovare una reale prospettiva, certi di avervi in qualche modo contribuito in questi 10 anni di storia”.
Egregio dottor Intiglietta, posso rivolgerle una domanda? Il semplice sospetto che l’era delle fiere sia terminata, che simili eventi siano ormai anacronistici e, che non generino più alcun business, che non servano a fare community non non l’ha neppure sfiorata?