A pensar male a volte ci si azzecca. A pensare (malissimo) della riforma del catasto bloccata all’ultimo istante quando ormai stava per arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri si sbaglia? Sono in molti a pensare di no. E per la precisione sono molti residenti nelle regioni del Nord Italia e secondo i quali l’improvviso stop in zona Cesarini , causato dalle simulazioni dell’Agenzia delle entrate secondo cui le rendite sarebbero state destinate a moltiplicarsi, crescendo in alcune città anche del 600 per cento e mettendo a rischio l’invarianza di gettito prevista, potrebbe in realtà celare una manovra per impedire che le spese per moltissime case nel centro sud Italia si potessero gonfiare a dismisura rispetto a quelli degli immobili in molte città del nord già invece tartassati. Case magari anche nel centro di Roma affittate a cifre ridicole ad amici degli amici come dimostrato dalla scandalo Affittopoli? Chissà se anche in questo caso a pensar male si sbaglia oppure ci si azzecca… Ma cosa prevedeva la bozza di riforma, annunciata da tempo, addirittura già dai tempi del disastroso (e non solo per il settore immobiliare) governo Monti? Ecco le principali novità presenti nel testo del decreto delegato che avrebbe dovuto essere al centro della riunione del Consiglio dei ministri. Il valore non sarà più legato ai vani ma ai metri quadrati e non ci saranno più case di lusso e popolari, ma nuove categorie immobiliari semplificate. Inoltre ci saranno nuovi parametri che terranno conto dei servizi presenti sul territorio ma anche della qualità del singolo immobile, affaccio compreso. Sono alcune fra le principali novità previste dalla nuova riforma del Catasto pronta per essere esaminata dal Consiglio dei ministri. Ecco le possibili novità inserite nel decreto delegato. Valore patrimoniale: sono previsti non solo valori di reddito come ora ma anche legati al valore patrimoniale dell’immobile che sarà calcolato tenendo conto dei valori medi del mercato nel periodo 2012-2014, anche se questo non varrà per tutte le zone. Gruppi di categorie: gli immobili saranno divisi a seconda delle destinazioni d’uso in unità ordinarie (gruppo O) e unità speciali (gruppo S). Le primne saranno divise in otto categorie, differenti rispetto alle 26 attuali: O/1 , abitazioni in fabbricati residenziali plurifamiliari o promiscui; O/2, abitazioni in fabbricati residenziali unifamiliari, plurifamiliari isolati o a schiera; O/3, abitazione tipiche dei luoghi; O/4, uffici, studi e laboratori professionali; O/5, cantine e soffitte; O/6, post auto coperti, scoperti su aree private, locali per rimesse di veicoli; O/7, negozi, laboratori artigianali e locali assimilabili; O/8, magazzini, locali da deposito e tettoie. Cantine e soffitte avranno lo stesso sistema di valori, anche se non accatastate, e diventeranno unità pertinenziali; nei negozi scomparirà la differenza tra zona principale e retronegozio. Ambiti territoriali: si chiameranno zone Omi (Osservatorio mercato immobiliare) e potranno essere porzioni di aree comunali, ma anche aree che superano più comuni. Calcolo del valore: addio vani catastali, il valore di una singola unità immobiliare sarà dato dal valore unitario della propria categoria in una singola zona Omi. A questo si applicheranno dei correttivi ‘accrescitivi o diminutivi’. Il risultato andrà moltiplicato per la superficie in metri quadri dell’unità immobiliare. Contesto e affaccio: posizione e qualità della costruzione diventano nuovi parametri. Se l’immobile gode di molti servizi varrà di più. Lo stesso se gli sono state fatte migliorie (tipo ristrutturazioni registrate al catasto). Per le abitazioni residenziali della categoria O/1 si punta a tener conto di sette criteri: il contesto, la tipologia edilizia, lo stato di conservazione e la presenza dell’ascensore, la superficie, il livello del piano e l’affaccio che caratterizzano la singola unità immobiliare. I tempi: il primo luglio prenderà il via il campionamento degli immobili che dovrà terminare nel giugno 2016. Le funzioni statistiche per dare i valori agli immobili dovranno essere completate entro il giugno 2018 ma il termine ultimo delle attività è previsto per il 30 novembre 2019, in tempo per avviare il nuovo sistema nel 2020.