Sulle abitazioni date in comodato d’uso dai genitori ai figli o, viceversa, dai figli a papà e mamma, non si pagheranno più le tasse? La proposta, che consentirebbe come nel passato di considerare prima casa anche quella affidata ai parenti più stretti (attraverso un “contratto di prestito” disciplinato dagli articoli 1803-1812 del Codice civile in cui una parte, il comodante, consegna all’altra, il comodatario, un bene immobile per un determinato periodo di tempo) è inserita in uno dei capitoli della legge di Stabilità che saranno esaminati in queste ore dalla maggioranza chiamata soprattutto a capire se esistono sufficienti fondi per sostenere economicamente l’iniziativa. Fondi da reperire nel “tesoretto” da 300 milioni di euro che senatori e deputati devono suddividere destinandoli a otto capitoli della legge di Stabilità che vanno dai possibili aiuti per la casa fino a quelli per il Sud (con il rafforzamento della decontribuzione per i giovani assunti nel Mezzogiorno) ma anche garantendo la “copertura finanziaria” delle richieste che arrivano dalle commissioni o dai singoli parlamentari. Per saperne di più occorrerà attendere la scadenza del termine per la presentazione degli emendamenti da parte dei senatori, previsto per dabato 7 novembre. “L’ipotesi di ampliare la cancellazione della tassazione sulla casa anche a chi mette a disposizione un’abitazione a un parente di primo grado, figli e genitori, non è stata ancora adeguatamente valutata da un punto di vista finanziario”, ha sottolineato Federica Chiavaroli, vicepresidente del gruppo Ap (Ncd – Udc). “Ma quello che è certo è che emersa la volontà di intervenire su questo fronte e che secondo “l’Istat riguarda l’8 per cento della popolazione italiana. Inoltre c’è allo studio anche la possibilità di introdurre agevolazioni per chi dà in affitto a canone concordato una casa”.