Partiamo da lontano. La casa è un bene che, nella maggior parte dei casi, viene acquistato per essere utilizzato. Ossia abitato. La domanda aumenta, quindi, se cresce il numero delle persone che ne hanno bisogno, quindi se c’è un aumento demografico e se nascono nuove famiglie. Cosa che in Italia ormai non succede più. Gli italiani fanno sempre meno figli e gli stranieri vedono spesso la nostra nazione come una tappa, un luogo, quindi, dove non mettere radici. Quella demografica, tuttavia, è solo una delle variabili da tenere in considerazione. C’è, infatti, chi compra casa per metterla a reddito, per fare una vita da single o per andarci in vacanza. Questo tipo di domanda c’è sempre stata ma, dal 2007 allo scorso anno, è stata congelata dalla stretta creditizia e dalla crisi generale. Negli ultimi anni, per fortuna, gli istituti di credito hanno capito che l’eccessiva prudenza nella concessione dei mutui stava producendo effetti distruttivi sul mercato immobiliare e, grazie anche agli interventi istituzionali sui tassi, hanno iniziato a essere più tolleranti nella concessione dei finanziamenti e a proporre tassi di interesse decisamente interessanti. Questo ha portato a un incremento delle compravendite, stiamo parlando di stime nazionali, iniziato nel 2014 e finalmente esploso nel 2016. Si comprano e si vendono più case, quindi, ma a livello economico le sofferenze continuano perché i prezzi continuano a calare. Secondo i dati resi noti dall’Agenzia delle Entrate, nei primi nove mesi del 2016 l’incremento medio delle transazioni immobiliare è stato del 20,4 per cento, un numero che non si vedeva da anni su nessuna delle caselle delle statistiche immobiliari. Domanda e offerta si sono finalmente riallineate, ma lo hanno fatto su prezzi decisamente bassi.
Le compravendite saliranno, ma per i prezzi occorrerà attendere il 2018
Il passo successivo, a questo punto, è la normalizzazione del mercato, con il logico ritorno al rialzo anche dei valori economici delle case. Insomma, una volta aumentate le compravendite, dovrebbero aumentare anche i prezzi. Partendo dal presupposto che le stime vanno sempre prese con le pinze, perché una crisi politica, un conflitto inatteso o qualsiasi altra variabile può mandare all’aria ogni linea previsionale, quello che ci si aspetta nel 2017 è un ulteriore aumento delle compravendite immobiliari e un definitivo rallentamento della discesa dei prezzi. Gli affari conclusi saliranno tra il 5 e il 9 per cento secondo gran parte degli studi effettuati negli ultimi mesi. Sul versante prezzi, invece, ci si attende una chiusura fra il -2 e l’ 0 per cento, cioè una definitiva diminuzione della discesa. Quella terribile linea verso il basso iniziata nel 2007 è quindi destinata ad arrestarsi. E a cambiare orientamento nel 2018, anno nel quale le compravendite dovrebbero continuare a salire (è previsto un + 6 per cento circa) insieme ai valori delle case, destinate ad aumentare circa del 5 per cento. Si tratta, ovviamente, di stime generali. Nel calderone delle previsioni si è gettato tutto: nuovo, usato, residenziale e commerciale, senza distinzione di prestazioni energetiche e di zone. Ma dopo tanti anni di grandine e tempesta, sembra finalmente che il sole stia nuovamente illuminando il mercato immobiliare.