L’aumento è davvero minimo, fra l’1 e il 2 per cento, e dietro il dato positivo potrebbe anche celarsi una chiave di lettura con qualche ombra, ma di certo fa un certo effetto ritrovare finalmente un segno più davanti a dei dati che riguardano l’andamento del mercato immobiliare, del mattone. A far registrare il segnale positivo è il mercato degli affitti che ha visto nel primo semestre del 2017 i canoni “ripartire” nelle grandi città e per di più “su tutte le tipologie, per la prima volta”, come sottolineano in un comunicato stampa i responsabili di Tecnocasa. Un passo in avanti dunque, ma da non accogliere certo con grandi entusiasmi. Per diversi motivi: il primo: gli aumenti più alti, il 2 per cento e l’1,2 per cento riguardano i monolocali e i bilocali (con un +1,1% per i trilocali), a conferma di una ridotta capacità di spesa che si riflette automaticamente in una diruzione dei metri quadrati da affittare; il secondo: coloro che alimentano la domanda di immobili in affitto sono soprattutto persone che non riescono ad accedere al mercato del credito, primi fra tutti i giovani, i monoreddito e gli immigrati, per i quali il tanto agognato mutuo per avere una casa propria continua a rappresentare spesso un sogno irrealizzabile nonostante i messaggi lanciati dal mondo bancario. Senza tralasciare il fatto che molti “inquilini” sono studenti e lavoratori fuori sede “costretti” ad affittare e che ad aumentare sono stati soprattutto i contratti di locazione a canone concordato, ovvero a prezzi calmierati più bassi di quelli di mercato, di durata inferiore ai contratti tradizionali e con la possibilità,sia per gli inquilini sia per i proprietari, di avere vantaggi fiscali. Una “ripartenza” dei prezzi d’affitto dunque positiva ma non certo tale da indurre a troppi entusiasmi e che non può certo indurre i proprietari a pensare di poter presto tornare a rialzare i prezzi. Il solo risultato sarebbe probabilmente quello di tenere gli appartamenti vuoti….