Nuove case? No grazie. Meglio ristrutturare. È questa, in sintesi, la fotografia dell’industria del mattone in Italia nel 2013 “scattata” dai responsabili del Cresme e presentata a Roma durante il forum Ri.u.so03, organizzato da Ance, Consiglio nazionale degli architetti e Legambiente. Un’analisi che evidenzia come in Italia si costruisce sempre meno ma si recupera sempre di più l’esistente: nel 2013 infatti si sono investiti solo 51 miliardi di euro in nuove costruzioni e ben 115 per il recupero, tra manutenzione ordinaria e straordinaria. Un cambiamento che si inserisce in un contesto di pesante crisi del settore: dal 2006 al 2013, il “mattone” ha infatti perso mediamente il 35 per cento del valore. Nel 2006 si erano infatti investiti 192 miliardi, di cui 85 per nuove costruzioni, mentre nel 2013 la cifra è scesa a 166, che diventano 173,5 se si considerano gli investimenti in fonti rinnovabili che nel 2006 erano quasi assenti. Gli investimenti in nuova edilizia residenziale sono crollati del 58,7 per cento e il giro di affari del mercato immobiliare si è ridotto, a causa del crollo del numero delle compravendite e dei prezzi, del 60 per cento. Di contro, il peso dell’attività di manutenzione e recupero del patrimonio esistente sul totale del valore della produzione è cresciuto di oltre 11 punti percentuali. Una crescita dovuta soprattutto, agli incentivi fiscali che, seppur tra molte difficoltà, sono stati abbastanza stabili negli ultimi anni.
Testo realizzato da Baskerville srl per www.casavuoisapere.it