
Fine 2023: uno studio realizzato da Bankitalia mostra, in modo inconfutabile, un nuovo – come non fossero bastati i precedenti – “rovescio della medaglia” di quella che gli italiani ricorderanno probabilmente come una delle manovre in materia di agevolazione fiscale più disastrose compiute da un governo italiano: il Superbonus sulla casa. Cosa afferma il documento della Banca centrale della Repubblica italiana? Che circa la metà dell’aumento complessivo dei costi di costruzione registrato tra il 2020, anno dell’entrata in vigore del Superbonus, e il 2023 è stato provocato proprio dall’iniziativa politica adottata dal Governo a guida Cinquestelle. Coerentissimo con il proprio nome soprattutto nel saper far schizzare alle stelle, appunto, i prezzi di legno, ferro, cemento e altri materiali utilizzati nei cantieri. Già, perchè la detrazione del 110 per cento, spingendo all’improvviso un mare di proprietari di singole case e una montagna di condomini a eseguire gli interventi superagevolati, ha creato una domanda straordinaria di materiali edili con il risultato di alterare l’equilibrio del mercato e provocando (oltre alle vere e proprie truffe ai danni dello Stato emerse nel tempo un’ondata di speculazioni, sempre pronte a partire quando la domanda supera di molto l’offerta. Il tutto, come non bastasse, aggravato dagli “effetti collaterali” della pandemia da Covid, prima fra tutte la logistica messa in ginocchio. Fine 2025: il Superbonus è ormai quasi un lontano ricordo – anche se le sue conseguenze sono ancora attualissime (clicca qui per leggere) – e i prezzi delle materie prime si sono sensibilmente ridotti rispetto alle cifre “gonfiate” , in alcuni casi anche del 300 per cento, nei momenti più caldi della “speculazione”. Prezzi che restano comunque superiori a quelli dell’ “era pre Superbonus e pre pandemia”, ma che hanno riportato il costo medio per la costruzione di un nuovo edificio su circa 1500 euro al metro quadrato. Decisamente inferiori ai prezzi, attorno ai 2000 euro al metro e in alcuni casi anche oltre, indicati dai costruttori quando “il costo del legno si era perfino triplicato, e per altri materiali raddoppiato”, come si sono sentiti ripetere negli anni scorsi moltissimi clienti d’imprese edili, ma anche agenzie immobiliari , alle prese con il cantiere di casa ormai avviato e i conti che non tornavano più. Ma allora, perché ancora oggi molti potenziali acquirenti di nuovi immobili al momento di “parlare di soldi”, seduti negli ufficio di un’agenzia immobiliare o direttamente nella sede del costruttore, si sentono ancora dire che a giustificare richieste decisamente “care” (come, per esempio, oltre 3000 euro al metro quadrato in aree periferiche di città o in “normalissimi” paesi di provincia) che non offrono nulla di particolare) ci sono i prezzi delle materie prime ancora altissimi?. Qualcuno sta ancora “speculando” cavalcando l’onda liunghissima di un’atroce pandemia e di una manovra politica che, risultati alla mano, potrebbe perfettamente essere accompagnata dallo stesso aggettivo? “Millecinquecento euro al metro quadrato, per la costruzione di un nuovo immobile di “qualità media” è la cifra di riferimento da tenere in considerazione”, hanno confermato diversi operatori “seri ” interpellati da casavuoisapere it in materia. Confermando che nel Belpaese quando i prezzi salgono tutti sono pronti ad adeguarsi, mentre quando scendono…