Ci sono molte persone che negli ultimi tempi si sono rammaricate (e in molti casi continuano a rammaricarsi), per non essere riuscite a “salire sul treno del Superbonus” , per non aver aderito alle proposte “ammiccanti “ avanzate da rappresentanti di imprese edili o di società di General contractor. Molte di loro potrebbero però in futuro ritrovarsi a cambiare completamente idea, rendendosi conto di non aver perso una buona occasione ma di aver evitato un rischio con conseguenze pesanti se non addirittura disastrose sotto svariati punti di vista. Perchè? A spiegarlo è Gaetano D’andrea, avvocato civilista ad “alta specializzazione” in diritto immobiliare partendo da presupposto: ovvero che “purtroppo non tutti, fra i molti proprietari immobiliari che hanno deliberato ed eseguito i lavori con Superbonus o che stanno valutando con favore le nuove normative in materia di case green che andrà in vigore nei prossimi anni, prevedendo che entro il 2030 gli immobili in Europa, salvo alcune deroghe, dovranno già essere classificati in classe E ed entro il 2033 in classe D, sono a conoscenza del fatto che l’aver eseguito sull’edificio condominiale i lavori con bonus fiscali non comporta necessariamente un innalzamento delle classi energetiche per tutti i singoli proprietari”. Premessa che invita assolutamente ad approfondire la “tesi”, in questo caso “accusatoria” dell’avvocato immobiliarista pronto a chiarire innanzitutto che “ il requisito per poter accedere ai bonus fiscali è “l’Ape media del doppio salto di classe energetica” e che “gli interventi effettuati su condomini con tipologie diverse, con appartamenti a piano terra, negozi, box, attici hanno comportato lavori diversi al fine di ottenere l’aumento di due classi energetiche”. Qual è il rischio? “Per far comprendere meglio la questione, a oggi poco approfondita, potremmo fare un esempio pratico”, prosegue Gaetano D’Andrea, prendendo in considerazione “un condominio nel quale gli ultimi piani e quelli al piano terra siano passati dalla classe G a B, i piani intermedi non abbiano subito alcuna modifica perchè già riscaldati, i negozi siano rimasti in classe G, non avendo rifatto serramenti e l’edificio condominiale sia stato interessato da coibentazione delle pareti, isolamento del tetto e cambio della caldaia. Ebbene, in un caso simile, nonostante tutti questi importanti interventi, ci saranno immobili che sono rimasti in classe G o F, proprio perché l’obiettivo previsto dalla norma era quello di ottenere, con il Superbonus, un aumento di due “classi” dell’Ape media, ovvero l’attestazione delle caratteristiche energetiche di un intero edificio o di una singola unità immobiliare, sintetizzando con una scala di valori che va da A4 a G le “prestazioni” energetiche degli edifici ed senza il quale è impossibile vendere o affittare un immobile. E i proprietari degli immobili che saranno rimasti in classe G o F”, è la conclusione, ” necessariamente entro i 2033 dovranno intervenire sui loro appartamenti per effettuare altri e ulteriori lavori finalizzati ad alzare le classi dei loro immobili”. E non è tutto: c’è un’ulteriore domanda da porsi: “se questi stessi condomini hanno beneficato già delle detrazioni, nel 2033 come faranno ad accedere a eventuali altre benefici se hanno ancora in corso le detrazioni per il Superbonus, peraltro con possibili verifiche sulle regolarità delle cessioni effettuate per il Superbonus? Oggi chi si è rammaricato di non essere riuscito ad agganciare il treno del Superbonus, con tutte le criticità già evidenziate, dovrebbe davvero riflettere sul fatto che forse il non aver aderito”. Il tutto in attesa di conoscere i prossimi sviluppi, con l’augurio portino chiarimenti definitivi anche perché, è l’annotazione finale, “La Direttiva casa green dell‘ Unione europea a regime dovrà prevedere delle deroghe perché non si potranno applicare le stesse disposizioni a case costruite in Svezia e a immobili edificati in Grecia o sud Italia. Anche se a oggi occorre fare riferimento solo ai punti fermi e quelli dicono che entro il 2030 tutti gli immobili, a parte quelli esentati, come per esempio nel caso delle case vacanze e altre casistiche, dovranno raggiungere la classe energetica E ed entro il 2033 la classe energetica D”. Con i proprietari di “porzioni condominiali” che nonostante i lavori non avranno fatto il doppio salto di classe nella graduatoria delle prestazioni energetiche che dovranno rimettere mano al portafogli.
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