Nel primo trimestre del 2013 il numero di nuove case costruite in Italia è sceso sotto quota 15mila unità, facendo registrare il peggior dato di sempre. Basta questo dato a fotografare la situazione drammatica dell’edilizia, con il mattone precipitato in una crisi sempre più profonda. “Ucciso” dalla crisi economica, certo, ma anche da una politica che, incapace di trovare altrove soldi per autofinanziarsi, per mantenere in vita apparati costosissimi quanto inutili e inefficaci, ha massacrato di tasse il settore, spremendolo fino all’ultima goccia. I più recenti dati Istat, ci dicono infatti che nella prima metà del 2013 l’edilizia residenziale ha presentato una rilevante flessione rispetto allo stesso periodo del 2012, con un calo del numero delle abitazioni realizzare ex novo”, per cui è stata concessa l’autorizzazione alla costruzione, che ha fatto segnare un -38,2 per cento nel primo trimestre e un -36,2 per cento nel secondo. Il che, tradotto in unità immobiliari, vuol dire solo 14.043 nel primo trimestre e 14.359 nel secondo. Perdendo oltre un terzo dei metri quadri di superficie abitabile: -36,6 per cento nel primo trimestre e -34,3 per cento per il secondo. E la crisi non ha risparmiato neppure l’edilizia non residenziale, colpendo pesantemente anche capannoni, negozi, uffici, facendo registrare una consistente diminuzione con quasi un terzo di superficie in meno rispetto al primo semestre del 2012 (-31,6 per cento).
Testo realizzato da Baskerville srl per www.casavuoisapere.it