Bar, ristoranti, sale giochi, discoteche, ma anche pescherie e friggitorie, officine: quando tempo fa Nicola Savino nel suo programma 100% Italia ha domandato a due concorrenti quali fossero le attività commerciali vicino alle quali gli italiano preferiscono non acquistare casa nel tabellone che proponeva le risposte più “gettonate” sono state queste. Attività commerciali che spesso spingono i potenziali acquirenti a optare per altre soluzioni, con la diretta conseguenza di far calare i prezzi di immobili che “per loro sfortuna” hanno invece nelle vicinanze, o addirittura sottocasa, proprio una di queste tipologie di attività. Colpa degli “odori” di cucina (oltre che dell’andirivieni di clienti) dei piatti preparati, nel caso di bar, ristoranti, friggitorie e pescherie, del rumore per le discoteche, del “caos” provocato dall’affluenza di clienti negli altri casi, soprattutto quando i “numeri” sono alti e c’è chi magari posteggia in modo incivile, bloccando addirittura l’accesso ai condomini. Numeri di clienti che diventano notevoli quando l’attività è un supermercato, altra tipologia, non prevista dai “sondaggi” di 100%, ma finiti per esempio nel mirino di un acquirente che dopo aver pagato quasi l’intero prezzo di un appartamento ha scoperto che l’intero piano terra del s”suo” nuovo stabile sarebbe stato adibito proprio alla grande distribuzione. Precipitandosi da un esperto del settore per scoprire se la novità poteva consentirgli di annullare l’atto o quantomeno ottenere un deprezzamento del costo pattuito. Ma nell’elenco di “attività commerciali destinata a far scappare i potenziali nuovi inquilini” citate dal programma di Nicola Savino ne mancava un’altra particolarmente odiata: meno diffusa statisticamente di altre tipologie di attività, ma insopportabile per moltissimi residenti che invece se la ritrovano a breve distanza: l’autolavaggio.