“L’Italia non ha bisogno di nuove costruzioni, ma di un massiccio intervento di recupero del patrimonio esistente con obiettivi la riqualificazione estetica, la sicurezza e la compatibilità energetica, specialmente nelle periferie urbane degradate, oltre alla certezza del diritto e una giustizia celere, un sistema fiscale improntato a razionalità e progressività sopportabile”. Ad affermarlo, riassumendo quello che pensano milioni di italiani è stato Vincenzo Vecchio aprendo l’assemblea del nuovo direttivo dell’associazione piccoli proprietari case (Appc) da lui presieduta. Un intervento d’apertura breve, il suo, ma ricco di contenuti senza risparmiare critiche alle scelte della politica, come nel caso dei bonus fiscali, del superbonus, dei bonus facciate che “si sono rivelati inidonei a innescare un processo virtuoso profondo” come ha affermato chiedendo a gran voce, invece “strumenti di finanziamento straordinari, anche europei”.
E’ vergognoso non poter contare su procedure celeri per la liberazione degli immobili occupati
Un “cambio di prospettiva necessario, quello chiesto dal presidente nazionale di Appc, che sul fronte della crisi abitativa ha denunciato “l’insufficienza di immobili a canone concordato” mentre sul “piano del diritto ha riacceso i riflettori su quello che è un’autentica vergogna di cui il mondo politico sembra non accorgersi: l’assenza di procedure celeri per la liberazione degli immobili occupati abusivamente quando magari servono ai proprietari con familiari anziani o disabili, o più semplicemente figli a cui “darli”.
Le tasse dovrebbero servire a crescere, non essere un’espropriazione occulta
Temi caldissimi, così come quello della tassazione immobiliare che Vincenzo Vecchio ha definito senza mezzi termini “un’espropriazione occulta mentre dovrebbe rappresentare uno strumento di crescita”, prima di concludere annunciando un nuovo Piano casa territoriale (“una proposta operativa che le sedi Appc porteranno al confronto con tutti i Comuni italiani per rispondere al disagio del ceto medio”” e fare un applauso finale all’attività svolta da tutta la squadra di Appc, capace di “crescere costantemente dal 2021 a oggi con nuove sedi in quasi tutte le regioni e capoluoghi italiani” , grazie anche, ha voluto evidenziare, “a una visione non corporativa al servizio della proprietà immobiliare che, ricordiamolo sempre, è frutto del risparmio e dei sacrifici delle famiglie, e che chiede a un’associazione come la nostra di assolvere anche ad una funzione sociale indispensabile per lo sviluppo economico. E sempre più fondamentale in questo senso è oggi l’attività di formazione per rendere il proprietario un soggetto consapevole nel dialogo con le istituzioni”.


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