Voglio andare a vivere in campagna. Così cantava Toto Cotugno. Lo sognava davvero? Se sì, non era il solo. E non lo sarebbe neanche oggi, a distanza di 22 anni dal brano presentato al Festival di Sanremo. Lo desiderano fortemente anche molte famiglie che abitano in città e che traslocherebbero volentieri a contatto con la natura. Anche se a precise condizioni, come confermano Alessandro Nobile, team manager e Alfredo Zappella, architetto di Engel&Volkers Bergamo che da tempo stanno “analizzando” questo fenomeno per capirne le evoluzioni. Scoprendo che il desiderio di fuggire dalla città non è motivato certo dalla voglia di essere “bagnati dalla rugiada”, come cantava sempre Toto Cutugno, ma soprattutto dal sogno di poter tenere davvero a debita distanza, dopo anni o decenni di convivenza forzata, traffico e smog, rumore e stress. Lo stesso sogno che era stato “rivelato” pochi anni fa da un’indagine presentata a un Salone dell’agriturismo e che è tornato oggi a fare tendenza. “Un desiderio che sta riaffiorando, motivato sempre dalla vita spesso troppo “problematica” delle grandi città, ma anche dal costo della vita, considerata la possibilità di acquistare in campagna immobili di metratura superiore e tipologia abitativa difficilmente ritrovabile in città come per esempio le ville e villini singoli con parco e piscina privata, s enza dimenticare che può essere molto attraente l’idea di vivere circondati dalla natura”, confermano Alessandro Nobile e Alfredo Zappella, precisando però subito che si tratta di una scelta che riguarda soprattutto “quei Comuni capaci di offrire una migliore qualità della vita, servizi primari efficienti e una buona condizione sociale”. Non tutta la campagna dunque attira, nonostante recenti ricerche abbiano confermato come sia sufficiente vivere lontano dalla città per avere dei benefici perfino a livello cerebrale, con la mente meno colpita dallo stress. Ricerche che testimoniano come nella “gente di città” le regioni celebrali che regolano le emozioni e l’ansia siano iper-attive, al contrario dei campagnoli, con la popolazione urbana che ende ad avere maggiormente problemi mentali, dalla depressione alla schizofrenia, rispetto a coloro che vivono nel verde e, spesso, nel silenzio. ” In un mondo sempre più attento al benessere, alla salute, anche questa è una delle possibili ragioni”, proseguono Alessandro Nobile e Alfredo Zappella, “Indubbiamente i ritmi e lo stress della città incidono negativamente sulla qualità della vita e di conseguenza sull’organismo; per questo chi ne ha la possibilità sceglie la quiete e la tranquillità di certi luoghi di provincia che risultano essere un ottimo antidoto allo stress e contribuiscono alla serenità familiare. Ma sembra avere un certo appeal anche disporre di un orto dove poter coltivare diversi prodotti e, dunque, sempre riferendoci al desiderio di salute, sapere cosa si mangia. Chi sogna di trasferirsi in campagna chiede anche spazi da coltivare, anche se tale richiesta è soprattutto rivolta dal cliente internazionale mentre tendenzialmente il cliente italiano non chiede espressamente degli spazi da coltivare bensì più genericamente spazi a giardino per poter condurre anche all’esterno la propria vita familiare e sociale. Salvo poi scoprire che, in alcuni casi,hanno adibito parte di tali spazi proprio a orto o frutteto o altro per soddisfare le proprie passioni”. Altra possibile ragione per vivere in campagna: trasformare la casa in agriturismo o B&B, magari anche per trovare nuove entrate familiari in momenti economicamente difficili? “L’acquisto oggi di una casa in campagna per svolgere attività di agriturismo o B&B é soprattutto legato alle zone maggiormente turistiche. Per il resto sono soprattutto le aziende agricole già esistenti che trasformano parte del loro patrimonio immobiliare per attività complementari che possano generare reddito”. La voce “costi” ha un peso particolare nelle scelte, soprattutto in periodi di difficoltà? Acquistare casa in campagna presenta reali vantaggi economici? “L’acquisto in campagna è maggiormente legato alla qualità della vita e alla tipologia di casa più che ai reali vantaggi economici.” Chi è a chiedere in particolar modo case fuori dalla città? Famiglie (genitori desiderosi di far crescere i bimbi in ambienti più “sani”? “Soprattutto famiglie; a seguire giovani coppie”. Esiste “il ragazzo della via Gluck”, cantato da Celentano che da giovane ha dovuto lasciare la campagna per andare in città e che la rimpiange molto? C’è chi ha dovuto lasciare la campagna e sogna di tornare a ritrovare le proprie radici? “Si esiste. L’italiano è tendenzialmente legato alle proprie radici. Non solo chi ha lasciato la campagna per la città ma anche gli emigranti che hanno lasciato l’Italia e che ora volentieri tornano al loro paese d’origine”. I giovani però tendenzialmente “fuggono” dalle campagne per la città, perché la campagna è lontana da tutto, non offre gli stessi servizi che si possono trovare in città, la stessa vita sociale. C’è qualche giovane in controtendenza? E per quali ragioni? “Si qualche giovane in controtendenza c’è. Il giovane è ormai abituato alla mobilità per ragioni di studio o di lavoro per cui scegliere una casa in campagna invece che in città non è sempre un vero ostacolo alla propria vita sociale e al godimento di servizi primari”. Le nuove tecnologie (per esempio la possibilità di “studiare a distanza” grazie ai computer), può influire in questa scelta? “Per ora non si notano significativi utilizzi di tali sistemi a causa anche di una connessione internet molto lenta e assenza della banda larga nelle aree non troppo urbanizzate, soprattutto in montagna”. Spessissimo la fuga dalle campagne verso le città è stata motivata dalla ricerca di un lavoro. Oggi qualche volta accade il contrario: si va in campagna perché può offrire nuove opportunità, soprattutto legate al turismo e all’enogastronomia, perfino per salvare tradizioni e colture a rischio estinzione… “Vero, ma ancora in minima misura”. Vicinanza di negozi o scuole, frequenza e vicinanza di servizi pubblici…. Quali sono i fattori che non “possono” mancare per chi sta valutando l’ipotesi di trasferirsi in una zona di campagna? “Le richieste sono piuttosto esigenti e tutti i servizi elencati sono ritenuti importanti ai fini della scelta di trasferirsi in campagna”. Quali sono le aree della provincia bergamasca più ambite da chi vuol vivere in campagna? “La parte nord ed est di Bergamo ha una maggiore richiesta da clienti internazionali che apprezzano la conformazione collinare e quindi la qualità ambientale; la parte sud e ovest ha invece una maggiore richiesta legata al mercato milanese per ragioni di mobilità. Che tipo di immobili sono i più richiesti? Soprattutto ville e dimore importanti; villini con giardino e, per chi ha disponibilità di spesa maggiore, piscina”.