Dal primo ottobre del 2015 l’Attestato di prestazione energetica (Ape), cioè il documento che certifica l’effettiva capacità di una casa di consumare energia (contenente informazioni utili non solo a capire quanto costa di gestione l’unità immobiliare ma anche quanto potrà “guadagnare” o “perdere” sul mercato), è cambiato. Si è arricchito di tre classi energetiche, diventate dieci anziché sette, e riporta maggiori informazioni. Non è cambiata, invece, la competenza di chi lo redige, che deve essere un professionista abilitato accreditato nell’elenco dei soggetti certificatori della Regione Lombardia. Rispetto alla procedura precedentemente in vigore, il nuovo Ape fa sempre riferimento a una sola unità immobiliare, a prescindere dal fatto che questa condivida la destinazione d’uso, gli impianti di climatizzazione e le caratteristiche di altre unità immobiliari del medesimo edificio. Con le nuove disposizioni, in pratica, non è più possibile produrre un attestato energetico di un intero condominio o di più unità immobiliari che compongono una villa o una palazzina anche se riconducibili alla stessa proprietà. Il nuovo attestato contiene una quantità superiore di informazioni: i dati generali dell’immobile nei quali è presente l’indirizzo di ubicazione, le coordinate catastali e altre indicazioni quali la zona climatica, l’anno di costruzione, la superficie e il volume riscaldati. Nella parte inferiore sinistra della prima pagina dell’attestato è riportato il valore (“EP gl, nren” espresso in “kWh/mq anno”) che determina la classe energetica di cui l’edificio fa parte accompagnato dalla nuova tabella, che va da classe A4 a classe G. La validità dell’Ape è stata confermata a 10 anni, a meno che interventi pesanti di ristrutturazione che modifichino le caratteristiche energetiche dell’unità immobiliare non ne determinino la necessità di rifarlo ex novo.