Volete comprare una casa? Fatevi dire quanto costa, andate in banca per chiedere un mutuo, scegliete il tasso di interesse più conveniente, fate tutti i vostri conti e poi tirate fuori la cifra mensile della rata che terrorizza così tanto ogni giovane coppia. Ma non pensate di aver assolto ogni incombenza economica. Le spese per il mutuo casa sono di più e alcune delle quali sono anche di notevole entità. Le spese di accensione del mutuo, per esempio, ma anche le spese notarili, le spese di istruttoria, le imposte di bollo e le spese per le polizze assicurative. E le tasse. Ecco perché, nel momento in cui si accende un mutuo, bisogna avere ben chiare anche tutte quelle cosiddette spese accessorie che, pur essendo semplici appendici dell’investimento, rischiano di incidere in modo notevole sul bilancio familiare, soprattutto quando si parla di mutui di importo medio-basso. Partiamo dalle spese notarili. Il mutuatario e la banca sono parti di un contratto che si perfeziona davanti a un notaio incaricato di vigilare sulla correttezza della transazione e di fare in modo che le forme vengano rispettate. In capo al notaio anche l’onere di controllare la proprietà oggetto del contratto, la disponibilità e le eventuali ipoteche. Insomma, un compito di assoluto rilievo. Normalmente le spese notarili sono calcolate in proporzione al valore della casa su una percentuale che varia dal 2 al 2,5 per cento. Spesso è la banca a proporre un notaio di fiducia, ma è un diritto del mutuatario scegliere il professionista al quale rivolgersi. Un buon consiglio è, quindi, quello di richiedere qualche preventivo prima di prendere una decisione visto che, su una mutuo di 150mila euro, le spese notarili si aggirano attorno ai 5mila euro. Le spese di istruttoria, invece, sono quelle spese necessarie per l’apertura della pratica di finanziamento e l’espletamento di tutte le formalità previste. Queste spese non incidono come quelle notarili (le percentuali si aggirano fra lo 0,3 e lo 0,5 per cento), ma sono comunque una voce da tenere in considerazione. Soprattutto perché alcuni istituti di credito, per attirare clienti, si accollano interamente tutte le spese in questione. Per stimare il valore di mercato di un immobile, necessita la dichiarazione di un professionista specializzato. La spesa che si va ad affrontare non è in percentuale al valore della casa ed è quasi sempre al di sotto dei 500 euro, ma anche in questo caso le banche tendono a proporre i loro periti. E spesso non sono quelli più convenienti. Come per la scelta del notaio, chi accende il mutuo ho il diritto di affidare la perizia a un professionista scelto da lui.
Fra le spese tecniche sostenute dalla banca, ce ne sono alcune non indifferenti sul lungo periodo. Quella dell’incasso delle rate, per esempio, che può arrivare fino a 5 euro per ogni rata. Facendo due conti, sono 60 euro l’anno, che diventano 600 in 10 anni e 1800 in caso di mutuo trentennale. Per concedere un mutuo, inoltre, gli istituti di credito richiedono spesso l’apertura di un conto corrente interno, il che comporta un ulteriore esborso. Un altro aspetto da non sottovalutare è il valore della penale in caso di estinzione anticipata. La percentuale varia dall’1 al 3 per cento del capitale non ancora rimborsato, cifra che diventa importante nel caso in cui ci siano ancora molte rate da pagare. Fare una scrematura anche in base a questo criterio non è così sbagliato. Un ulteriore costo da prendere in considerazione è quello della polizza assicurativa, indispensabile per tutelare l’immobile contro eventuali incendi o danni subiti. La polizza può essere stipulata dalla banca che eroga il mutuo, con l’inserimento del premio all’interno della rata, ma è diritto del mutuatario appoggiarsi, in caso di convenienza, a una compagnia assicurativa diversa. Fate bene i vostri conti.
Infine le imposte, che non mancano mai di far sentire il loro peso su ogni transazione. L’imposta sostitutiva è dello 0,25 per cento del capitale erogato, che diventa 2 per cento sull’importo di iscrizione ipotecaria nel caso in cui il finanziamento venga erogato da una finanziaria. L’imposta cambia anche se il mutuo non è per l’acquisto di una prima casa. Ci sono poi una serie di adempimenti burocratici (tassa di archivio notarile, marche da bollo eccetera), cui bisogna ottemperare per una spesa che varia fra il 2 e il 4 per cento dell’importo del mutuo.
Le variabili da prendere in considerazione prima di accendere un mutuo, insomma, sono tantissime. Investire qualche ora in una ricerca accurata può rivelarsi estremamente conveniente.