Libretto di cauzione per l’affitto o furto? Su 2000 euro versati lo Stato se ne è presi 1500

Cercando informazioni sul libretto di deposito cauzionale si scopre facilmente che si tratta di un deposito in denaro richiesto dal proprietario al momento della stipula di un contratto di affitto con un inquilino, per tutelarsi contro possibili inadempienze dell’affittuario, come per esempio il mancato pagamento di alcuni canoni di locazione nei termini convenuti o  spese condominiali rimaste insolute,  ma anche contro il rischio di possibili danni provocati all’immobile che deve essere restituito nelle stesse condizioni in cui è stato consegnato. Ma libretto di deposito cauzionale può essere anche sinonimo di beffa, di furto, di truffa, e non da parte del proprietario ma di uno Stato, quello italiano, che sembra non voler perdere occasione per mettere a durissima prova la capacità di sopportazione di chi lavora duramente, anche per pagare la cauzione sull’affitto. Un’affermazione troppo forte? Leggere, per credere, questa breve storia. È il 2012 quando al titolare di una piccolissima srl di Bergamo, inquilino di uno stabile in centro, viene chiesto dalla proprietaria di depositare due libretti al portatore per un importo di poco meno di 2000 euro. L’ammontare del canone d’affitto di tre mesi, come prescrive la legge. La stessa legge che impone che ogni libretto non possa superare il valore di mille euro. Un particolare al quale il locatario non fa caso: lo farà solo 5 anni più tardi, quando dopo aver deciso di lasciare l’immobile e aver riavuto i libretti dalla proprietaria, andrà  in banca per chiuderli. Certo di ritrovarsi 2000 euro in tasca, speranzoso addirittura di vedere qualche monetina di “interessi” in aggiunta. Non sa d’essere solo un povero illuso, una vittima di uno Stato capace di farlo vergognare una volta di più d’essere italiano. Vergogna certo non per molti concittadini che, come lui, lavorano e pagano le tasse: vergogna per chi ha avuto la faccia di bronzo (lui in verità pensa a un’altra sostanza di colore non troppo diverso ma consistenza o odore diversissimi….) di ideare e attuare norme che non fanno pensare a istituzioni che vogliano guidare un Paese nel migliore dei modi ma piuttosto a briganti come quelli che i viaggiatori i aspettavano lungo sentieri perduti nei boschi con le armi in pugno. Briganti, delinquenti, cialtroni. E chi più ne ha più ne metta, senza paura. Il rischio di sbagliare è pressoche nullo.  Personcine (che spesso nel mondo del lavoro non hanno saputo far nulla e proprio per questo si sono date alla politica…..)  che al posto di pistole o fucili usano la legge, le “norme”.  Che, per l’amordiddio, pensa il poveraccio, non ammette ignoranza, ma che dovrebbe prevedere pure un’altra cosa: che uno Stato non usi la burocrazia (e montagne di carte) per impedire a una persona di  non essere ignorante. Cosa scopre il  povero imprenditore che la mattina del 23 gennaio 2018 si presenta nella sua banca per chiudere i libretti? Accade di scoprire che il saldo è di poco più di 500 euro. Gli altri 1500 scarsi si sono volatilizzati. Spese, dice con malcelato imbarazzo l’incolpevole cassiere, analizzando quanto stampato sui libretti. Spese accettabili, 22euro l’anno, in favore della banca, spese inaccettabili,  a vantaggio dello Stato. Una maialata schifosissima, traduce in simultanea, meglio del google translator, il cervello dell’imprenditore, che per qualche istante si preoccupa persino dei pensieri che si stanno affacciando alla mente. Un misto di rabbia che rischia di tramutarsi in odio. Perchè l’impressione che in Italia onesto sia sinonimo di idiota e che politico faccia rima con cialtrone è forte. Certo, se l’imprenditore avesse letto la Legge di Stabilità 2012 (era almeno quella?) avrebbe saputo della stangata e forse avrebbe potuto chiudere i libretti concordando con la proprietaria un’altra forma cauzione.  Certo se qualcuno (la stessa banca? lo studio commerciale? la stampa con un po’ di informazione di servizio a vantaggio dei cittadini e meno paginoni dedicati a partiti ed esponenti di cui chissenefrega??) l’avesse avvisato avrebbe evitato un’overdose di schifoso disgusto . Ma il latte ormai il furto è stato compiuto. E prendere un avvocato  significherebbe spendere altri soldi inutilmente, aggiungendo al danno la beffa. Non resta che capire come è stato possibile  far sparire 1500 euro su 2000 da un libretto imposto per fornire all’affittuario una garanzia richiesta dallo Stato . Impresa neppure troppo difficile.   Su ogni libretto c’è un “bollo” annuale da 100 euro.  Altri rigurgito di vomito: ecco perché lo Stato ha imposto che ogni libretto non potesse superare i 999 euro: per costringere ad aprire più libretti e raddoppiare il bottino?  Un libretto unico per una cauzione da 2000 euro fa cento euro. Due libretti da 990 euro ‘uno fanno 200 euro per le casse dello Stato.  Il sospetto è fortissimo….  Fine della storia. Con un post scriptum: l’imprenditore pochi giorni dopo è stato “chiamato” alle urne.  In cuor suo ha risposto “Ma vaffà……”

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  • Mariangela ha detto:

    La banca non aveva l’obbligo di comunicare che venivano prelevati,oltre ai 22 euro di sua competenza, e 100 euro per conto dello Stato (ladro patentato!)?

  • Manuela ha detto:

    Esiste l’Adusbef, Associazione difesa utenti servizi bancari e finanziari. Fossi nella persona protagonista di questo “furto” non esisterei un istante a rivolgermi a loro.

  • Massimo ha detto:

    Suppongo che periodicamente la banca abbia provveduto a comunicare a chi conservava il libretto, in questo caso il proprietario dell’immobile, annotandoli quasi sicuramente anche sullo stesso libretto, i “prelievi” e dunque il proprietario dell’immobile era tenuto a comunicarle i “prelievi” in modo che lei potesse decidere se cambiare forma di garanzia o meno (bastava lasciare un assegno). Controlli se sul libretto sono stati segnati i “prelievi” e, in tal caso, si faccia restituire gli importi dalla proprietà.

  • Paola ha detto:

    Pochi mesi fa è morta mia madre , che si occupava di ogni cosa riguardante l’amministrazione di casa. Poco più tardi è venuta a mancare la proprietaria dell’appartamento in cui mia madre viveva con mio padre. Gli eredi della proprietaria, risistemando le carte, trovano due libretti al portatore di mia madre e custoditi da anni come cauzione per l’affitto. Li restituiscono a mio padre, rimasto inquilino dell’appartamento, che andato in banca si sente dire che dovevano essere “estinti” entro il 31dicembre scorso e che ora il rischio è che non valgano più nulla. Avendo il papà 88 anni prendiamo in carico la cosa noi figli: andiamo in banca e ci sentiamo rispondere che i libretti potrebbero essere ancora estinti ma che su ogni libretto ci sarà da pagare una sanzione che potrebbe ammontare a 500 euro a libretto. (Ci spiegano che l’Agenzia delle entrate non ha dato informazioni chiare e precise in merito). La cifra depositata sui due libretti supera di poco i 1750 euro: questo significa che il papà si vedrà rifondere 750 euro e 1000 li incasserà (ma non sarebbe meglio dire ruberà o rapinerà….) l’Agenzia delle entrate? È esatto quello che ci è stato detto, esistono davvero simili sanzioni e per quegli importi? E, se fosse davvero così, esiste la possibilità di agire per vie legali? Anche solo per “andare addosso” a gente (Agenzia dello Stato, Governo) che dovrebbe solo vergognarsi di derubare una persona di quasi 90 anni…

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