I risparmi è meglio custodirli in banca, investirli in Borsa o in altre operazioni finanziarie, oppure nel vecchio caro mattone? A giudicare dalle ultime analisi svolte dall’Ufficio studi del gruppo Tecnocasa, l’attenzione sembrerebbe spostarsi sempre più sul mercato immobiliare, reso probabilmente appetibile dai valori precipitati negli ultimi anni e, forse altrettanto probabilmente, da una scarsissima fiducia in una governabilità del Paese. Al di la delle ipotesi sulle motivazioni, un fatto è certo: nel secondo semestre del 2017 il 18,5 per cento di coloro che hanno acquistato un immobile l’hanno fatto per investimento, (contro il 17,6 per cento del primo semestre) mentre ill 75,3 per cento degli acquisti ha riguardato la prima casa e il 6,2 per cento la casa vacanza. Un investimento “spinto” anche dai rendimenti delle abitazioni in lieve crescita e giunto, nelle principali città italiane, a sfiorare il 5 per cento. Scendendo dei dettagli dell’analisi si scopre poi che ad acquistare sono soprattutto imprenditori, liberi professionisti e impiegati che coprono il 78,9 per cento di questo mercato, seguiti d, i pensionati con l’11,5 per cento e che buona parte degli acquisti per investimento si conclude senza l’ausilio degli istituti di credito (83,4 per cento, mentre solo il 16,6 per cento degli investitori ricorre al mutuo bancario). E se l’età “ideale” per investire nel mattone va dai 45 ai 54 anni, con il 30,2 per cento di acquirenti (contro il 23,9 per cento di chi ha un’età compresa fra 55 e 64 anni e il 23,1 per cento di chi ha tra 35 e 44 anni), la la tipologia più richiesta da chi vuole mettere a reddito è il bilocale con il 40,8 per cento delle preferenze, seguita dai trilocali a con il 30,3 per cento.