
Il fascino del design? Grazie all’intelligenza artificiale può diventare irresistibile. Parola di Tommaso Donti, 18 anni, studente del liceo scientifico Galileo Galilei di Perugia che grazie a una semplice lezione d’arte (e a un insegnante “illuminato”, di quelli capaci di farti guardare oltre e di farti innamorare della materia di studio) rimasto affascinato da una fantastica opportunità offertagli dal suo percorso di studio: spalancare le porte non “di casa” ma “ sulla casa”. Per la precisione quella che verrà, resa sempre più accogliente e confortevole, sicura e sostenibile grazie a quello che lui stesso ha definito, un fantastico “ viaggio nel design e nell’intelligenza artificiale, alla scoperta di nuove frontiere creative”, scoprendo un mondo magico in cui “l’intelligenza artificiale permette di creare rendering sempre più realistici, di generare tour virtuali degli spazi creati fino a camminare negli ambienti come se fossi davvero lì”. Vivendo un’esperienza incredibile e, forse, scoprendo ciò che farà nella vita, “in un futuro pieno di opportunità per chi ha voglia di esplorare e sperimentare”. Già perché quell’unione tra creatività umana e intelligenza artificiale è gli è subito apparsa come “una frontiera che permette di trasformare idee astratte in realtà tangibili” attraendolo in modo irresistibile a continuare il viaggio, per esplorare questo mondo”. Ma ecco il suo raccont integrale. “Mi chiamo Tommaso Donti, ho 18 anni, frequento il liceo Scientifico Galileo Galilei di Perugia e, anche se suona strano per un ragazzo della mia età, posso dire che ho trovato una passione che mi ha cambiato la vita: il design”.Tutto è iniziato quasi per caso, durante una lezione di arte l’anno scorso. Il mio professore, Oreste Batori, ci ha parlato di un mondo che non avevo mai esplorato prima, un mondo fatto di creatività, tecnologia e infinite possibilità. Ricordo ancora quanto fossi affascinato da quelle parole, come se mi avesse aperto una porta su un universo nuovo e sconosciuto. Da quel giorno, ho iniziato a immergermi sempre più in questo settore, scoprendo quanto fosse vasto, stimolante e pieno di opportunità. La mia avventura nel design è partita da qualcosa di semplice, quasi banale: i progetti che il professore assegnava alla classe. L’idea era quella di prendere delle piante bidimensionali di appartamenti e trasformarle in ambienti tridimensionali vivaci e funzionali. Lo strumento che usavamo si chiama Homestyler, una piattaforma digitale facile da usare ma incredibilmente potente. Il professore ci ha guidati passo dopo passo, insegnandoci le basi e mostrandoci come sfruttare al meglio il software. Partivamo dalle piante che lui ci forniva e, piano piano, imparavamo a dare forma ai nostri spazi. Man mano che prendevo confidenza con Homestyler, mi sono reso conto di quanto fosse coinvolgente. Non si trattava solo di “progettare”: ogni volta che lavoravo a un ambiente, mi sembrava di raccontare una storia. Aggiungevo colori, materiali, mobili… e ogni scelta rendeva lo spazio unico. Era come dare vita a qualcosa di mio, qualcosa che rifletteva il mio modo di vedere le cose. Quest’anno, però, il progetto scolastico si è interrotto. Ma sapete una cosa? La mia voglia di scoprire di più non si è fermata. Anzi, ho deciso di continuare da solo, esplorando nuove tecnologie e strumenti che mi hanno aperto gli occhi su possibilità che nemmeno immaginavo. Una delle scoperte più entusiasmanti è stata l’intelligenza artificiale che è diventata il mio compagno di viaggio in questo mondo. Ho scoperto che può superare alcune limitazioni dei software tradizionali. Per esempio, Homestyler ha una vasta libreria di oggetti per decorare gli ambienti, ma spesso non trovi esattamente quello che cerchi. Ecco dove entra in gioco l’Ai: basta scattare una foto di un oggetto reale – un mobile, un complemento d’arredo – e chiedere all’intelligenza artificiale di trasformarlo in un modello 3D. Poi, puoi inserirlo nell’ambiente virtuale e personalizzare tutto nei minimi dettagli. Ma c’è di più. L’Ai può anche creare oggetti dal nulla, partendo da una semplice descrizione. Immaginate di dire: “Voglio un tavolo grigio legnoso con sopra un vaso trasparente pieno di rose.” In pochi istanti, l’Ai genera l’oggetto, con un livello di dettaglio impressionante. È come avere un assistente creativo sempre pronto a realizzare le tue idee. Un’altra cosa che mi ha lasciato a bocca aperta è la qualità dei rendering. Quando lavori a un progetto, puoi creare immagini che sembrano vere fotografie degli ambienti che hai progettato. L’Intelligenza artificiale migliora ulteriormente questa fase, rendendo i rendering sempre più realistici. E non finisce qui: grazie alle tecnologie avanzate, puoi addirittura generare tour virtuali degli spazi che hai creato. È come fare una passeggiata dentro il tuo progetto. E se vuoi andare oltre, ci sono visori per la realtà virtuale che ti permettono di camminare negli ambienti come se fossi davvero lì. È un’esperienza incredibile, che ti fa sentire parte di ciò che hai creato. Scoprire il design e le sue applicazioni tecnologiche mi ha fatto capire una cosa importante: il futuro è pieno di opportunità per chi ha voglia di esplorare e sperimentare. Oggi, a soli 18 anni, vedo il design non solo come una passione, ma anche come un campo in cui potrei costruire il mio futuro. L’unione tra creatività umana e intelligenza artificiale è qualcosa di straordinario, una frontiera che permette di trasformare idee astratte in realtà tangibili. Continuerò a esplorare questo mondo, approfondendo le mie conoscenze e provando nuove tecniche. Perché ho capito che il design non è solo progettare spazi: è creare esperienze, emozioni e storie che lasciano un segno. E io voglio lasciare il mio”.