Cosa vuoi che succeda? Il pericolo è di casa ma troppi non se ne rendono conto

Vecchi edifici costruiti pensando più alla speculazione edilizia che alla sicurezza, utilizzando (per spendere meno e quindi guadagnare di più) materiali scadenti e non a idonei. Ma anche edifici recenti in cui sono state realizzate tecnologie ottime ai fini del risparmio energetico, senza però però progetti adeguati e senza tenere conto della sicurezza antincendio, aspetto che viene, alcune volte, sottovalutato e considerato superfluo. E, ancora, la manutenzione dei sistemi antincendio che viene molto spesso rimandata perché il pensiero comune è “cosa vuoi che succeda? La fotografia scattata da Luca Paravisi, professionista dell’antincendio, invitato da casavuoisapere.it, dopo il recente rogo del grattacielo a Milano, a compiere un viaggio attraverso i pericoli maggiori legati al fuoco che “abitano” in un condominio, è di quelle che dovrebbero far riflettere…

La speculazione edilizia ha scelto materiali scadenti o non idonei

L’inferno di cristallo” è il titolo di un film catastrofico di molti anni fa sul disastro di un grattacielo appena costruito: un incubo che a Londra del 2017 (con il rogo di un condominio che ha causato 72 morti) e a Milano nello scorso agosto (che fortunatamente non ha causato vittime) è diventato realtà. E che potrebbe rivivere alla luce di quanto è stato affermato proprio dopo il rogo milanese, ovvero che in Italia sono moltissimi gli edifici a rischio. E davvero così allarmante la situazione? “In Italia il patrimonio edilizio è datato, in particolare per quanto riguarda gli edifici residenziali di media altezza. La maggior parte dei condomini è stata costruita prima degli anni ’80 e molto spesso non sono oggetto di regolare manutenzione. Inoltre, spesso, la speculazione edilizia ha fatto si che gli edifici siano stati costruiti con materiali scadenti e non a idonei.

Gli isolamenti termici tagliano la bolletta, ma non i rischi

Negli ultimi decenni l’attenzione si è rivolta al miglioramento del patrimonio edilizio soprattutto a livello energetico mediante la posa di isolamenti termici. Queste tecnologie, ottime ai fini del risparmio energetico, devono, però, essere adeguatamente progettate e tenere conto anche della sicurezza antincendio. Questo aspetto viene, alcune volte, sottovalutato e considerato superfluo. Questo perché a differenza delle opere di adeguamento energetico i cui risultati sono visibili per i condomini direttamente tramite il risparmio sui costi delle bollette, la spese da sostenere per l’adeguamento e la manutenzione dei sistemi di sicurezza ai fini antincendio viene molto spesso rimandata perché il pensiero comune è “cosa vuoi che succeda?”, “sono eventi rari, non capiterà mica nel nostro condomino?”

La sicurezza è vista troppo spesso solo come una spesa in più

E, inoltre, il vantaggio di questi lavori non è visibile fino al loro utilizzo, che si spera non avvenga mai. Tutto questo comporta a una riduzione del livello di sicurezza che in caso di incendio può causare delle serie conseguenze.” Lei è un professionista dell’antincendio: quali sono i pericoli maggiori che “abitano” in un condominio. Nell’immaginario collettivo sono perso il cortocircuito o un malfunzionamento di un impianto attaccato alla corrente elettrica. Sono davvero questi i nemici principali? “La causa più comune dell’innesco è senz’altro l’energia termica prodotta dalla corrente elettrica dovuta a cortocircuiti, malfunzionamenti….

L’impianto elettrico è stato progettato e installato bene?

Per questo motivo un’errata progettazione, installazione e soprattutto la mancanza di manutenzione degli impianti elettrici possono essere causa di un innesco. In un condominio un incendio può nascere anche nel locale macchine di un ascensore e propagarsi attraverso il vano ascensore ai diversi piani dell’edificio. Anche gli ascensori devono essere correttamente tenuti in manutenzione e adeguati alle normative vigenti.

Il pericolo maggiore abita nelle case private gestite male

I pericoli maggiori derivano, però, principalmente dalle abitazioni private e dalla loro cattiva gestione. Nel caso particolare delle facciate un incendio, oltre che a causa di fonti interne, potrebbe nascere anche da fonti esterne al condominio, per esempio, un’auto parcheggiata al piano terra o bidoni dell’immondizia nelle immediate vicinanze da cui parte un incendio e intacca i pannelli della facciata. I fattori di rischio sono molteplici e vari, pertanto, è importante adottare le giuste strategie per mitigare il rischio”.

Se il garage è usato come  officina il pericolo sale

E perché sono considerati particolarmente a rischio i garage? “Le autorimesse sono considerate una zona a particolare rischio incendio in quanto le autovetture contengono per la quasi totalità o benzina o gasolio. In caso di perdita di combustibile e in presenza di un possibile fonte di innesco, quale una scintilla, può nascere un incendio. Inoltre, spesso i box auto, nonostante sia vietato, non vengono utilizzati correttamente in quanto molto spesso vengono utilizzati come deposito di materiale combustibile oppure come piccole officine aumentando il carico di incendio e le possibilità di innesco. Le autorimesse devono, infatti, essere correttamente separate mediante idonee strutture tagliafuoco dal condominio in modo da ritardare la propagazione dell’incendio”.

Autocombustione: quando fa molto caldo l’attenzione dev’essere altissima

Altro potenziale nemico: l’autocombustione: ovvero? “L’autocombustione è un particolare tipo di combustione che si verifica senza la presenza di sorgenti esterne di innesco a causa dell’elevata temperatura che porta il materia a bruciare spontaneamente in presenza di ossigeno”. E perchè i riflettori sono stati puntati anche sulle batterie? “Le batterie possono essere pericolose, in quanto possono prende fuoco a causa di una fuga termica dovuta o a un sovraccarico elettrico, o a surriscaldamento o a urti. Le batterie quando prendono fuoco possono avere conseguenze importanti in quanto possono esplodere e rilasciare gas tossici.

La ricarica delle auto elettriche è un nuovo potenziale nemico

Negli ultimi anni l’attenzione sulle batterie è aumentata particolarmente per la sicurezza delle autorimesse, in quanto sono aumentate notevolmente i veicoli elettrici e parallelamente la necessità di installare infrastrutture per la ricarica veicoli. Per tale motivo il dipartimento Vigili del fuoco del ministero dell’Interno ha rilasciato una circolare  che riporta le linee guida per l’installazione di infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici con lo scopo di prevenire il rischio incendi o esplosioni. Le nuove linee guida si applicano alle attività soggette al controllo dei Vigili del fuoco come le autorimesse private o pubbliche con superficie superiore ai 300 metri quadrati”.

Ciabatte multiple, stufette elettriche? Ahi Ahi

Ma c’è un altro grande pericolo: l’inquilino. Spesso “causa” degli incendi è uno “sbaglio” compiuto in un singolo appartamento, da chi ci abita. Quali sono le cose più pericolose che un inquilino può compiere fra le mura domestiche?“All’interno di un condominio gli oggetti presenti sono molti e variegati, inoltre, un aspetto da non sottovalutare è il loro utilizzo. La maggior parte degli incendi in un condominio avviene nelle parti private e spesso causati da comportamenti umani scorretti e dalla cattiva gestione e manutenzione delle apparecchiature domestiche. Per esempio, un incendio si può generare dagli impianti elettrici e dispositivi portatili a causa di un corto circuito (ciabatte multiple, cavi flessibili, stufette elettriche) oppure dagli impianti di riscaldamento non oggetto di corretta manutenzione, dall’utilizzo di apparecchi di cottura a gas, dall’uso di fiamme libere come candele o lumini, oppure dalla dimenticanza di una sigaretta accesa…”.

L’arma più terribile del fuoco? la velocità nel propagarsi

Dalle cause alle conseguenze. Com’è possibile che accada che un edificio, oltretutto di recente costruzione, come quello di Milano, possa essere divorato dal le fiamme in una manciata di minuti? Non dovrebbe essere stato costruito con materiali a prova di fuoco, a partire dai pannelli ignifughi della facciata? “La propagazione dell’incendio che è avvenuto a Milano è stata rapida, questo è dovuto alla tipologia di materiale che costituiva la facciata e la tipologia costruttiva che ha favorito la propagazione dell’incendio. In particolare, le facciate realizzate con intercapedine d’aria verticale continua per tutta la facciata aumenta il rischio di propagazione dell’incendio. Quando è stato realizzato l’edificio di Milano, in Italia, non esisteva una normativa che obbligasse a costruire con materiali ignifughi.

Le norme antincendio dovrebbero essere un obbligo non un “consiglio”

Solo nell’aprile 2013 è stata pubblicata una guida tecnica “Requisiti di sicurezza antincendio delle facciate negli edifici civili” che costituisce solo un riferimento e non un obbligo”. Nell’”Abc” degli strumenti antincendio presumo debba esserci il sistema d’allarme, sensori che appena avvertono del fumo fanno suonare delle sirene. A Milano nulla di questo è successo a: come è possibile? “La rilevazione fumi e il sistema di allarme sono molto importanti soprattutto in edifici di elevata altezza e dove le persone possono trovarsi addormentate, per segnalare tempestivamente il pericolo e accelerare l’evacuazione.

Rilevazione fumi e allarme vanno sempre controllati

Tali impianti devono essere periodicamente verificati e mantenuti, nel caso di malfunzionamenti devono essere riparati in modo che possano entrare in azione in caso di emergenza. Indispensabile, quindi, è che venga eseguita la manutenzione periodica prevista da normativa”. E come è possibile che  in molti piani le “bocchette” dell’impianto idrico antincendio possano non aver  funzionato come sospettano gli inquirenti? Non esistono controlli sul loro funzionamento? “Così come per l’impianto rivelazione fumi e allarme anche l’impianto idranti deve essere soggetto a periodica manutenzione semestrale. Fondamentale è anche la verifica che agli ultimi piani la pressione dell’acqua dell’impianto antincendio sia sufficiente per garantire le prestazioni minimi di legge. Tale verifica viene fatta per gli edifici sopra i 24 metri, soggetti al controllo dei vVigili del fuoco da parte di un professionista antincendio che effettua una prova degli idranti installati misurando la portata e la pressione”.

Come può un cappotto termico bruciare come cartone?

Altro “mistero”: a  Milano i pannelli del ‘cappotto termico’ dell’edificio sono bruciati “come cartone”, trasformandolo in una torcia: questo come si spiega?  E cosa significa che l’incendio si è poi diffuso per un “effetto camino” in tutta la facciata del palazzo, sfruttando la “camera d’aria” tra la struttura esterna di rivestimento e quella principale? “Dalle indagini risulta che i pannelli della facciata erano composti da materiale plastico. Gli incendi di materiali plastici si propagano molto rapidamente coinvolgendo grandi superfici in poco tempo, inoltre per quanto riguarda Milano la camera d’aria presente tra la facciata e il rivestimento ha favorito la velocità di propagazione. L’intercapedine d’aria costituisce uno strato continuo verticale fino alla copertura senza ostacoli che oltre propagare l’incendio verticalmente favorisce l’estendersi del fuoco anche orizzontalmente. Solo un’attenta progettazione di discontinuità e l’impiego di materiali idonei per interrompere la strada al fuoco permette di garantire i livelli di sicurezza necessari”. Cosa apparentemente ancora inspiegabile: il  modo “mai visto”- secondo alcuni –  in cui il fuoco si è propagato , dall’alto verso il basso” Lei come se lo spiega? “Si in effetti strano, si può spiegare ipotizzando che parti di materiale incandescente sia colato/gocciolato dall’alto verso il basso propagando coì l’incendio anche verso il basso, non saprei per ora dare altre spiegazioni”. Gli  inquirenti hanno chiesto alla società che se ne occupa i dati sui consumi di energia elettrica nell’abitazione al 15esimo piano, per verificare se ci sono stati o meno picchi anomali prima del rogo. Questo cosa vuol dire? “La richiesta dei consumi di energia è stata fatta per verificare se ci sia stato un sovraccarico che abbia potuto innescare l’incendio”. In seguito al rogo di Londra di 4 anni fa sono state prese decisioni per prevenire simili rischi, ma sono in molti a denunciare che non sia stato fatto abbastanza: quali sono le principali alcune a oggi nelle norme?  Dopo la tragedia  alla Grenfell Tower nel 2017 l’Unione Europea si è attivata pubblicando la Direttiva 2018/844 recepita in Italia con il decreto legislativo  48/2020. Con il Decreto ministeriale del 25 gennaio 2019 è aumentata l’attenzione alla mitigazione della propagazione degli incendi tramite le facciate degli edifici. Il decreto, però, non dà indicazioni concrete su come attuare gli interventi, ma indica solamente che le linee guida del 2013 possono essere un utile riferimento. La situazione, ad oggi, si sta evolvendo: infatti il Comitato centrale tecnico scientifico dei Vigili del fuoco ha approvato la nuova Regola tecnica verticale antincendio sulle facciate che prima di entrare in vigore dovrà completare l’iter normativo. Siamo in attesa. La scelta del sistema di isolamento è fondamentale negli edifici molto alti, sopra i 24 metri , dove è più difficile la fuga e l’accesso ai soccorritori.

Ora occorre vigilare sui cantieri aperti grazie agli incentivi…

È necessario vigilare ora sulla scelta delle tecnologie da adottare soprattutto in questi anni in cui sono aumentati i lavori di riqualificazione energetica sostenuti da incentivi”. In seguito al rogo di Milano invece cosa è successo? Ogni volta che accade una tragedia si punta l’indice contro quello che non ha funzionato,  si invocano controlli a tappeto perché non debba riaccadere? E’ stato fatto o si sta facendo qualcosa in questo senso? “La problematica degli incendi negli edifici civili alti è una tematica che si sta affrontando da tempo considerando che il primo decreto degli edifici civili risale al 1987.

… e correggere il tiro sulla prevenzione che non ha funzionato

A seguito, purtroppo, dei diversi incidenti si deve correggere il tiro su ciò che non ha funzionato. Con gli anni le tecnologie e le esigenze sono cambiate ed è quindi necessario stare al passo anche con la normativa, processo che è partito nel 2013 e spero termini presto con la pubblicazione in gazzetta dellaRtv (regola tecnica verticale antincendio per le  facciate) soprattutto in vista dei numerosi interventi di riqualificazione energetica sostenuti dal Superbonus.” Lei è un professionista antincendio: in cosa consiste esattamente la sua  attività e quella dei suoi colleghi? “L’obiettivo principale della nostraattività è la sicurezza e la salvaguardia della vita, pertanto ci occupiamo di progettazione delle soluzioni idonee a garantire i requisiti di sicurezza sulla base della normativa vigente. Ci occupiamo di tutto l’iter necessario per avere l’autorizzazione dei Vigili del fuoco a partire dalla redazione del progetto alla presentazione della Scia Vvf e ai successivi rinnovi. Seguendo anche le fasi intermedie di questo processo con l’individuazione degli interventi di adeguamento necessari, la direzione lavori e predisponendo le certificazioni necessarie”. A “difesa” della sicurezza di un condominio ci sono professionisti  come lei ma anche gli amministratori condominiali. Sono “professionisti” in grado di svolgere questo ruolo di difensori e hanno  gli strumenti per farlo? “Il mondo dell’antincendio e della sicurezza è molto ampio e soprattutto in continuo aggiornamento per tale motivo gli amministratori spesso si affiancano a dei tecnici”.

Il Governo non può aspettare il prossimo rogo per agire…

Una cosa che, sopra ogni altra, chiederebbe al Governo di fare? “Non dover aspettare un incendio importante per prestare più attenzione alla problematica della sicurezza. Inoltre, dovrebbero essere fatti più controlli e semplificato l’iter normativo”.

pubblicato il 1 Ottobre 2021 da
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tag: pericoli in casa, case a fuoco, Luca Paravisi
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