Bisognerà attendere ottobre per conoscere cosa accadrà sulla messa al bando delle caldaie a gasolio per il riscaldamento a partire dal 2022: i giudici del Tar, il tribunale amministrativo regionale, di Milano si sono infatti riservati di esaminare il caso non senza però aver “emesso” un primo “verdetto”, non concedendo la sospensiva richiesta dagli operatori del settore, tra cui Assopetroli, contrari alla messa al bando di impianti nonostante risultino fortemente inquinanti, come denuncia, dati alla mano, Legambiente associazione che si è schierata al fianco del Comune contro la richiesta di sospensiva del Regolamento per la qualità dell’aria. Dati che confermano, come si legge in un comunicato di Legambiente, come “a Milano resistano ancora migliaia di condomini con grandi caldaie a gasolio”, creando una situazione allarmante “considerato che il funzionamento di questi impianti, a parità di prestazioni, costa il doppio ed emette 25 volte più particelle di una caldaia a metano”. Il tutto quando esistono sistemi alternativi estremamente vantaggiosi grazie a numerosi incentivi sia statali che regionali e comunali, incentivi che l’associazione invita i condomìni che ancora si servono di impianti a gasolio a utilizzare al più presto “senza aspettare l’esito del ricorso, per non rischiare di perdere l’occasione per il cambio dei loro impianti, valutando prima di tutto l’alternativa del passaggio a fonti rinnovabili, rappresentata dagli impianti a pompa di calore e solari”. “Da tempo sosteniamo la necessità di mettere al bando le caldaie a gasolio, fortemente inquinanti ed energivore. Per questo motivo abbiamo appoggiato l’opposizione del Comune di Milano al ricorso di Assopetroli contro il Regolamento per la qualità dell’aria: consideriamo la sostituzione dei sistemi di riscaldamento obsoleti una priorità nella lotta all’inquinamento atmosferico”, ha dichiarato Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia.