“Un pannicello caldo che rischia di non contrastare realmente il fenomeno degli affitti in nero, fenomeno diffusissimo che riguarda circa 950mila appartamenti sottratti al mercato legale, con un introito di 5 miliardi di euro per i proprietari evasori e un mancato introito di almeno 1,5 miliardi di euro le casse dello Stato dall’Irpef”. Con queste parole il segretario nazionale dell’Unione inquilini, Massimo Pasquini, ha stroncato la decisione del Governo di affrontare l’emergenza nero negli affitti approvando in commissione Bilancio del Senato l’emendamento alla legge di Stabilità presentato dal parlamentare Franco Mirabelli, esponente del Pd, in base al quale si rende nullo”ogni accordo per cui il canone sia superiore a quello scritto e registrato. Una manovra che prevede l’obbligo della registrazione dei contratti entro 30 giorni e l’annullamento di qualsiasi accordo nei casi in cui il canone sia superiore a quello registrato con la possibilità per gli affittuari di chiedere, entro sei mesi dalla riconsegna dell’immobile, la restituzione delle somme corrisposte in misura superiore al canone che risulta registrato. Misure, peraltro non retroattive e che non valgono dunque per i contratti sottoscritti in passato, giudicate del tutto insufficienti da Massimo Pasquini secondo il quale “l’emendamento di fatto riproduce quanto già previsto dalla legge 431/98 e avrà un effetto pari a zero in quanto non affronta la questione dei contratti verbali, ovvero del 90 per cento dei casi.
Il Governo vada a stanare questi fortissimi evasori e recuperi il gettito fiscale w forse avrà i soldi per tagliare le tasse e le bollette alla gente onesta che di questa classe politica ne ha piene le tasche (e non solo)!!!!!
Da parte dell’Unione inquilini si registra l’ennesima presa di posizione in contrapposizione alla proprietà edilizia individuata come contro parte degli inquilini. Non è così, il proprietario di casa ha fatto grandi sacrifici per investire nell’immobile non parcheggiando i risparmi in Bot e Cct che servono a finanziare la spesa pubblica parassitaria e improduttiva. Così facendo, e fino a quando lo ha potuto, ha stimolato la crescita economica e gli investimenti nel settore edilizio che ora, proprio a causa dei mancati investimenti, è in gravissima crisi. Le modifiche proposte dal Governo alla bozza di Legge di Stabilità 2016 aggravano ulteriormente le incombenze burocratiche dei proprietari. Introducono infatti quattro novità: tempi stretti per la registrazione, riconduzione del contratto alle clausole registrare e non a quelle concordate con accordo parallelo, applicazione delle norme a tutela del conduttore a tutti i contratti stipulati dal 1998 in avanti, obbligo di inviare all’amministratore di condominio, entro 60 giorni dalla stipula, “documentata comunicazione” comprendete quindi non solo i dati anagrafici del conduttore, come previsto dall’art, 1130 n comma 1 numero 6 (registro anagrafico condominiale), ma addirittura la copia del contratto. Cosa centri l’invio della “documentata comunicazione” all’amministratore con la previsione di un ulteriore obbligo introdotto in una legge di stabilità è cosa incomprensibile a chi mastica un po’ di diritto. Il risultato con questa disposizione sarà di aggravare la incertezza sugli aventi diritto alla partecipazione alle assemblee condominiali. Ovviamente tralascio di affrontare la questione privacy perché viene ampiamente violata dal fatto che tutti i condomini, che sono estranei ai rapporti contrattuali nascenti dalla locazione, avrebbero disponibile la copia del contratto di locazione. I sindacati dei conduttori farebbero bene a sostenere le associazioni della proprietà edilizia che chiede che la casa non sia il bancomat del governo e della attuale classe politica (vorace, arruffona, parassitaria, inutile), ma torni a essere il motore del sistema economico. La lotta all’evasione la si fa riducendo imposte e oneri burocratici non creando oneri burocratici assurdi e norme tanto repressive quanto inutili. E’ poi ora di finirla a descrivere l’Italia come un pase di criminali evasori. La media Europea è del 15 % e l’Italia ne è appena sopra. A Berlino non trovi una colf se non la paghi in nero.