
Quando fate sesso in casa state attenti a non manifestare troppo sonoramente il vostro piacere, e comunque a farlo senza superare i 3,5 decibel, altrimenti, nel caso abitiate in un condominio (magari con i muri divisori non esattamente extra large e incapaci di attutire i rumori) potreste rischiare pesanti conseguenze. Il recentissimo caso di Pozzuoli, dove i gemiti di piacere, ma anche i cigolii del letto e perfino colpi sulle pareti provenienti da un appartamento a qualsiasi ora della giornata, sono finiti al centro di una lettera di diffida da parte dei condomini, lo insegna, così come del resto un caso precedente, avvenuto in provincia di Teramo, dove il sindaco di un piccolo centro ha addirittura emanato un decreto per punisce gli amanti troppo rumorosi con una multa fino a 500 euro. Eventuale provvedimento adottabile (come nel caso di decisioni che dovessero essere prese anche nei confronti dei due professionisti di Pozzuoli saliti agli onori della cronaca per le loro maratone erotiche che potrebbero far ipotizzare perfino un’accusa di stalking) solo nel caso in cui il rumore superi però i 3,5 decibel. È questa infatti la soglia oltre la quale la “rumorosità” diventa molesta, turbando il riposo e la quiete delle persone e facendo scattare “il disturbo della quiete pubblica negli spazi condominiali”. Un parametro confermato dai giudici della Corte di Cassazione che ha lasciato però aperto un interrogativo: in che modo e con quali strumenti misurare scientificamente la violazione?