
Costruire a secco è un’arte antichissima ma allo stesso tempo modernissima, una tecnica utilizzata sin dalle prime palafitte che ancora oggi rappresenta il modello edilizio d’eccellenza proiettato nel futuro. Parola di Danilo Dadda, direttore del gruppo Vanoncini Spa, felice di poter fare “cultura edile” spiegando quanto possa essere importante nei cantieri aperti all’inizio del terzo millennio guardare al passato. Per comprendere, spiega il dirigente del gruppo Vanoncini, “che questo sistema, largamente impiegato nei cantieri del Nord Europa e americani, non solo non pone limiti alla creatività consentendo all’architettura e all’ingegneria che guardano al futuro di poter disporre di grandi potenzialità strutturali, estetiche e funzionali; ma è fondamentale anche negli interventi di ristrutturazione, oggi principale obiettivo per adeguare il patrimonio costruito esistente alla nuova domanda di minor spreco di energia, per tutelare l’ambiente”. Magari utilizzando una tecnica ideata proprio da Vanoncini e che ruota attorno a un perno ben preciso: il sistema S/R, struttura e rivestimento, una tecnologia che consente altissimi livelli d’isolamento termoacustico e grande leggerezza delle componenti utilizzate, caratteristica quest’ultima particolarmente apprezzata in caso di sopraelevazioni. “L’idea di guscio è forse quella che spiega meglio il sistema”, spiega Danilo Dadda. “Con un guscio esterno, con il quale si realizzano gli isolamenti e la capacità di resistere all’ambiente, e un guscio interno che conformi nel miglior modo possibile l’ambiente abitabile. Tra i due gusci si concretizzano le strutture statiche e le intercapedini per ospitare gli impianti, garantendo una grande versatilità che permette alla tecnica di integrarsi perfettamente anche in contesti pregressi. Uno straordinario valore aggiunto se si considera che la riqualificazione degli immobili passati costituisce un’enorme opportunità, portando valore e sostenibilità in situazioni che sembrerebbero compromesse per sempre”. Senza spendere più che in un “cantiere tradizionale.
Se costruire a secco è una tecnica davvero così “geniale” perché è stata abbandonata da secoli?